Lei ha dodici anni, lui solamente tredici. E adesso sono mamma e papà. A Bari il caso di una ragazzina che ha portato a termine la sua gravidanza, frutto di un amore infantile con un ragazzino più grande di lei solo di un anno, ha creato scalpore. Entrambi minorenni e non ancora adolescenti, decisamente non abbastanza maturi per poter affrontare da soli le lunghe fasi della genitorialità.

Sesso inconsapevole, nemmeno istintivo, forse più vicino al gioco e per questo lontanissimo dalla capacità di capire, molto probabilmente, cosa significa amarsi con il corpo e quali possono essere le conseguenze dell’atto sessuale, con tutti i suoi rischi. Il Tribunale dei Minori si è attivato per tutelare l’integrità psichica e la crescita dei due ragazzi.

Ma resta un caso che fa riflettere profondamente e ci lascia anche un tantino perplessi se si considerano le numerose campagne fatte per promuovere l’educazione sessuale. Ma è evidente che, soprattutto in Italia e al sud, siamo ancora molto lontani da quello che dovrebbe essere un programma ideale di educazione e salute sessuale. Stato, scuola e istituzioni, centri specializzati , associazioni. E poi i grandi, gli adulti. La consapevolezza dovrebbe trasformarsi in un vero e proprio programma educativo sulla tematica, di informazione e formazione, di promozione e sensibilizzazione.

La vicenda è un campanello d’allarme che si inserisce in un contesto complicato, in cui le nuove generazioni mostrano di avere approcci molto precoci con l’altro sesso e spesso anche deleteri – vedi la cronaca sul sexting – nonostante la diffusione di nuove tecnologie e mezzi, utilizzati nel peggiore dei modi. Resta quindi la disinformazione.

Spesso, in famiglia non se ne parla (il sesso è ancora un tabù), tanto che amici e media (televisione, internet, ecc) sembrano essere le fonti di informazione principali per gli adolescenti italiani in fatto di sesso. Senza sottovalutare, poi, che per alcuni l’unico modello di riferimento sessuale fino al momento di avere le prime esperienze è il materiale pornografico.

In merito alla questione è intervenuto anche il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Puglia Rosy Paparella che su Repubblica.it ha parlato dell’alta frequenza di rapporti non protetti tra i più giovani. Il numero di gravidanze indesiderate è sempre in continuo aumento e le statistiche italiane chiedono la necessità di una attenzione maggiore e più consapevole. Il punto focale è anche trasmettere e sostenere un uso corretto del preservativo, che protegge in maniera non invasiva sull’organismo al 99,9% dal rischio di contrarre l’HIV, il papilloma virus o altre malattie trasmissibili per via sessuale e da gravidanze indesiderate.