SAN PAOLO, 29 apr. – Pornografia e prostituzione dilagano in Brasile, tanto che il Paese sta facendo concorrenza alle più note mete del turismo sessuale, e cioè Thailandia e Filippine.

Nell’ottica di produttori e registi porno, secondo quanto riportato dalla stampa nazionale, il Brasile è una fonte inesauribile di donne «esotiche, bollenti e pronte a tutto», per appena un quinto di quello che costa un’attrice porno a Los Angeles o a Berlino.

«Aggiungiamo le stelle porno agli articoli più esportati dal Brasile», intitolava di recente un quotidiano di San Paolo in un articolo sull’invasione di troupe cinematografiche d’oltre oceano. I costi di produzione in generale, a San Paolo o a Rio de Janeiro, si riducono notevolmente rispetto a quelli americani o europei.

Molto più facile, inoltre, reperire travestiti e transessuali, che sono la punta di lancia della prostituzione locale e dell’esportazione, come risulta evidente dall’afflusso di turisti interessati a questo settore specifico del porno-turismo, nel quale il Brasile rivaleggia solo con la Thailandia.

Il mercato della pornografia rappresenta ormai, in stima approssimativa, un giro d’affari di oltre tre miliardi di reais, pari a un miliardo di euro. La crescita del mercato a luci rosse è stata uno dei motivi del successo popolare dell’Erotika Fair di San Paolo, una fiera dedicata al sesso che è oggi tra le tre grandi rassegne del settore nel mondo.

Conclusasi martedì, la fiera ha avuto in cinque giorni 30mila visitatori, dei quali solo una parte minima erano operatori del settore. Il padiglione della fiera era dominato dal più grande preservativo del mondo, color rosso fuoco, che troneggiava dall’alto dei suoi 25 metri d’altezza (che gli sono valsi il posto d’onore nel Guinness dei primati).

Non mancava comunque il padiglione dedicato alla lotta contro l’Aids, che presentava i risultati positivi del programma statale brasiliano, considerato il più avanzato al mondo e esportato in numerosi paesi.