«Nell’Asl 17 – dicono gli operatori del Gruppo Aids – si continua a lavorare per offrire informazioni e approfondire il problema, soprattutto attraverso l’intervento nelle scuole con il progetto “Che ne s’Aids”, già collaudato da alcuni anni».

Nell’ultimo anno scolastico hanno aderito al progetto otto Istituti Superiori di Savigliano, Fossano, Saluzzo, Racconigi e Terzuolo. Avviato il 7 novembre 2007, esso si concluderà a metà dicembre e raggiungerà 27 classi, per un totale di circa 450 studenti.

Altre iniziative sono la convenzione, stipulata già dall’anno scorso, tra l’Asl e il Consorzio Monviso Solidale per il progetto domiciliarità in favore di soggetti Hiv-positivi e affetti da Aids in trattamento presso il Sert.

I Sert si avvalgono, attraverso questo strumento, di risorse integrative aggiuntive, caratterizzate da grande flessibilità e rapida fruibilità, al fine di supportare i pazienti in un progetto di domiciliarità dignitosa e tutelante con l’obiettivo di evitare istituzionalizzazioni improprie e ridurre al massimo processi di emarginazione sociale. Prosegue inoltre la disponibilità, da parte degli operatori Sert che fanno parte del coordinamento malattie infettive, per counseling pre-test e post-test di screening per la ricerca anticorpi Hiv in collaborazione con i laboratori analisi dell’Asl 17.

«Ricordiamo – dicono gli operatori – che i cittadini che lo ritenessero opportuno hanno la possibilità di richiedere il test in anonimato, gratuitamente ed anche senza l’impegnativa del medico curante. Sono stati distribuiti volantini informativi, anche affissi presso le sale d’attesa degli ambulatori dei medici di base del nostro territorio. Questa semplice, ma capillare iniziativa è motivata dall’allarme che sta emergendo in relazione ai dati epidemiologici degli ultimi anni, che descrivono nella nostra regione (così come in Italia e in Europa) un aumento dell’infezione nella popolazione eterosessuale non tossicodipendente.

Questa modificazione della mappa dell’infezione ha orientato anche gli interventi di prevenzione che non insistono più sul concetto di categorie a rischio, ma piuttosto di comportamenti a rischio».