Cosa sono

Le epatiti di tipo B e C sono malattie del fegato causate rispettivamente dal virus Hbv (Hepatitis B Virus) e dal virus Hcv (Hepatitis C Virus).

Entrambe presentano modalità di trasmissione analoghe a quelle dell’Aids. Si possono infatti contrarre per via sessuale (rapporti sessuali e anali con partner infetti), per via ematica (trasfusioni di sangue, scambio di siringhe tra tossicodipendenti, contatto accidentale con materiale infetto) e per via verticale (da madre a figlio durante la gravidanza, al momento del parto o con l’allattamento al seno).

La diagnosi si basa sulle analisi del sangue, che evidenziano la presenza del virus attraverso l’individuazione dei soli anticorpi o anche dell’antigene virale.

Come si manifestano

Il periodo di incubazione delle epatiti B e C può variare da alcune settimane a diversi mesi. In genere le due malattie restano a lungo asintomatiche, ragion per cui la maggior parte delle persone infette ignora di esserlo. I primi a presentarsi sono spesso i sintomi delle patologie che l’epatite porta con sé come effetti collaterali. I segnali tipici, solitamente comuni a entrambe le forme, sono invece rappresentati da nausea, vomito, perdita di appetito, senso di fatica, dolori muscolari e articolari, urina scura, feci chiare.

Nel 50% dei casi, una volta penetrati nell’organismo, i virus provocano un’infezione cronica. Il 20% dei malati può sviluppare cirrosi o cancro del fegato nell’arco di venti o trent’anni.

Come si curano

Una cura radicale per le epatiti B e C non esiste ancora. Tuttavia le due malattie si possono tenere sotto controllo con la somministrazione di farmaci antivirali, che servono a rallentare la replicazione dei virus e devono essere assunti per tutta la vita.

È consigliato il ricovero in caso di epatite acuta, assoluto riposo, a una alimentazione adeguata e astinenza da alcolici.