Cos’è?

Il fiocco rosso è il simbolo internazionale della lotta contro l’Aids. La sua origine ha dato vita a diverse discussioni. Molti lo attribuiscono a Frank Moore, un pittore newyorkese che avrebbe inviato il progetto alla Visual Aids Artist Caucus. Altri invece lo attribuiscono a Paul Jabara, cantante, paroliere e attore morto di Aids nel 1992.

In ogni caso è indubbio che l’idea sia stata concepita attorno al 1991, poco prima dei Tony Awards (premio annuale che celebra i successi ottenuti nei teatri americani, includendo i musical).

La Red Ribon Foundation descrive così il significato del fiocco rosso:

«Il fiocco rosso è il simbolo mondiale della solidarietà agli Hiv-positivi e ai malati di Aids, e unisce le persone nella comune lotta contro questa malattia. Il fiocco rosso è… Rosso come l’amore per essere simbolo di passione e tolleranza verso chi è colpito. Rosso come il sangue per rappresentare il dolore causato dalla morte di tante persone per l’Aids. Rosso come la rabbia per quanto siamo indifesi nell’affrontare una malattia per la quale non c’è ancora possibilità di cura. Rosso come segno di avvertimento a non ignorare uno dei più grandi problemi del nostro tempo».

Fiocchi rossi da record

Nella città sudafricana di Durban si trova una gigantesca scultura rappresentante il simbolo della lotta all’Aids. Si tratta di un fiocco rosso alto quattro metri e pesante 700 chili, che si erge su una collinetta artificiale rivestita da un brillante e variopinto mosaico.

Il monumento, costruito in vista della Conferenza Mondiale sull’Aids del 2000, è dedicato alla memoria di Gugu Dlamini, attivista della National Association of People Living with Hiv/Aids, che nel dicembre 1998, all’età di 36 anni, fu pestata a morte dai suoi vicini di casa. Il motivo? Aveva “gettato vergogna” sulla comunità, rivelando la propria sieropositività davanti ai microfoni della radio e della televisione di lingua Zulu.

Un altro fiocco rosso da record è quello che, nel giugno 2001, illuminò la facciata del palazzo di vetro dell’Onu a New York. Un modo originale per promuovere la seduta speciale sull’Hiv/Aids dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Le trovate di questo tipo si sprecano e recentemente ne abbiamo visto un esempio anche in Italia. Dal 1° al 3 dicembre 2006, cioè durante e dopo la Giornata mondiale contro l’Aids, un enorme Red Ribbon è stato infatti proiettato sulla Mole Antonelliana di Torino. Chiaro il messaggio dell’iniziativa: tenere una luce accesa sul tema dell’epidemia.

Fiocchi artistici, tecnologici, ma anche fiocchi umani, cioè formati da persone in carne e ossa. Ogni anno, soprattutto in occasione del 1° dicembre, migliaia di persone vestite di rosso si riuniscono in varie città del pianeta per dare vita (è proprio il caso di dirlo) al simbolo che ormai tutti identificano con la battaglia contro il male che miete più vittime al mondo.