Nel tentativo di smontare la teoria tradizionale sull’Aids, i dissidenti non hanno risparmiato nemmeno il preservativo.

Basandosi su studi ed esperimenti a dire il vero piuttosto datati, essi sostengono che i condom non proteggano affatto dal rischio di contagio per via sessuale poiché il virus Hiv sarebbe in grado di passare attraverso il lattice. Una tesi, questa, fondata su due semplici dati:

  1. – il diametro del virus Hiv misura circa 0,1 micron
  2. – il diametro della testa dello spermatozoo misura circa 2,5 micron 

Negli anni Sessanta, con la commercializzazione della pillola anticoncezionale, il valore del preservativo fu ampiamente ridimensionato perché considerato meno sicuro rispetto al nuovo contraccettivo orale. Stando alle ricerche dell’epoca, il grado di fallibilità del condom variava dal 13% (in caso di uso corretto) al 20% (considerando anche i casi di uso scorretto).

In altri termini un certo numero di spermatozoi riusciva a passare, provocando non poche gravidanze indesiderate. Conclusione: se passa lo spermatozoo, può farlo anche il virus Hiv, che è 25 volte più piccolo.

L’assoluta sicurezza di cui parlano i produttori di profilattici nelle loro campagne pubblicitarie sarebbe allora una presa in giro. Eppure i profilattici, prima di essere immessi sul mercato, sono sottoposti a un esame di resistenza molto rigoroso. Si chiama ”test di permeabilità” e consiste nel riempire il prodotto con 300 millilitri di acqua distillata, tenerlo appeso per qualche ora e verificare che non si verifichino perdite.

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LEGGI: Test per la resistenta del preservativo
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Come sosteneva R. F. Carey, autore di un esperimento pubblicato su Scientific American nel 1992, va detto che nei liquidi intervengono anche fattori fisici quali la capillarità e la tensione superficiale.  Carey riempì numerosi preservativi nuovi e di marche differenti con microsfere fluorescenti di polistirene del diametro di 0,1 micron (le dimensioni del virus Hiv) e poi li sottopose a pressioni simili a quelle che si verificano durante il coito.

La perdita di sferule risultò di circa un miliardesimo di litro al secondo. Il che significa che, in due minuti, passano qualcosa come 12 mila sferule, in mezzora ne passano 180 mila.

Prima ancora – nel 1989 – l’European Study Group aveva pubblicato uno studio sull’autorevole British Medical Journal, da cui risultava un fattore di protezione pari appena al 69%. Di parere analogo era l’Fdc (ente federale americano che controlla la validità dei prodotti farmaceutici), il quale sosteneva in una circolare che “il preservativo può solo ridurre il rischio di malattie veneree, ma non eliminarlo”.

Precisazione importante

In quanto entità parassitarie, i virus non si muovono autonomamente, ma sono veicolati dalle cellule che attaccano. E le cellule, anche quelle di misura più ridotta, sono troppo grandi per passare attraverso le pareti di un preservativo.

In America esistono in commercio dei preservativi che non arrivano in Europa. Questi sono fatti con interiora di agnello, ma il loro livello di protezione, dicono, sia limitato allo sperma, per cui il loro uso vale solo per le gravidanze indesiderate e non per proteggersi dalla trasmissione di virus come quello dell’HIV.

In Italia la vendita di questi profilattici è vietata.