Sempre per i detrattori della teoria ufficiale non esistono prove certe che l’Aids sia provocato dall’HIV.

L’HIV, in realtà, non è nemmeno un virus puro, bensì un retrovirus, ossia un particolare tipo di virus in cui la molecola portatrice dell’informazione genetica non è il Dna, ma l’Rna (acido ribonucleico).

A partire dagli anni Sessanta i retrovirus sono stati studiati nei programmi di ricerca sul cancro, essendone considerati una possibile causa. Fatto sta che le persone sane vivono in armonia con una serie di retrovirus innocui. Pochissimi di questi, infatti, sono capaci di provocare malattie negli esseri umani.

Negli anni Ottanta gli stessi scienziati che fino ad allora si erano occupati di ricerca sul cancro spostarono la propria attenzione  sull’Aids, cominciando a cercare un virus che ne fosse responsabile.

Correva l’anno 1984 quando il professor Pietro Gallo annunciò di aver scoperto nel retrovirus HIV la “probabile” causa dell’Aids. Secondo la sua teoria l’Hiv agirebbe distruggendo le cellule immunizzate, ma svariate ricerche mediche hanno dimostrato che i retrovirus non sono in grado di annientare alcun tipo di cellula.

Sempre nel corso degli anni Ottanta sono stati individuati circa duecento retrovirus, tutti innocui. Tutti meno l’HIV, che non è mai stato nemmeno isolato. Gallo non è riuscito a dimostrare che l’HIV è diverso dagli altri retrovirus innocui; anzi, le analisi condotte fino a oggi hanno sempre confermato che l’Hiv non è citotossico (ossia dannoso per le cellule).

La peculiarità delle malattie infettive virali sta nel fatto che hanno nel virus la loro unica causa e, ovviamente, non possono manifestarsi in sua assenza. Così non c’è varicella senza il virus della varicella, non c’è morbillo senza il virus del morbillo e via dicendo.