MILANO – Per inesperienza. Per la scarsa abitudine a usare il preservativo. Per quell’idea che ormai di Aids «ormai non si muore più». Sono tanti i motivi per cui l’hiv torna a fare parte del quotidiano dei milanesi. Prepotentemente. Ogni anno in città vengono contagiate 750 persone, tra le due e le tre al giorno, per il 39 per cento di queste la diagnosi è tardiva. Nel 2008 hanno ricevuto prestazioni correlate al virus più di 40 mila lombardi e sono circa 2 mila quelli che ogni anno scoprono di essere sieropositivi, più di 5 ogni giorno.

L’assessore comunale Giampaolo Landi di Chiavenna lancia l’allarme: «È necessario ampliare la campagna di informazione per contrastare la malattia ». Cui si aggiunge quello di Mauro Moroni, presidente di Anlaids e tra i promotori del Convivio, la fiera mercato di beneficenza a favore della lotta contro l’Aids: «Dobbiamo puntare tutto sulla prevenzione e l’accesso al test».

I giovani. Una delle categorie più a rischio. Secondo i dati dell’assessorato, un adolescente su 6 ha il primo rapporto sessuale a 14 anni. La «prima volta » avviene nel 10 per cento dei casi «tra i banchi di scuola» con un partner che è destinato (per il 43% delle ragazze) a essere soppiantato da altri quattro entro il 26esimo anno. In più, il 37 per cento delle milanesi sotto i 26 anni non usa il preservativo. «Ecco perché serve più informazione », continua Landi. E in questa direzione va il laboratorio della prevenzione lanciato dal Comune: «Per un’educazione sessuale senza tabù». I laboratori saranno due: uno «stabile » in collaborazione con il Policlinico, uno itinerante nelle palestre: «Noi non dobbiamo aver paura di parlare di sessualità protetta, nè abbiamo l’atteggiamento di chi, come alcuni nel centrodestra, preferiscono mettere la polvere sotto il tappeto. Ma allo stesso tempo bisogna parlare dell’importanza di una sessualità all’interno di un sentimento, in una società che ne è completamente priva». Infine un’osservazione: «I preservativi dovrebbero costare meno».

Milano capitale dell’Aids. Ancora. È qui che statisticamente si registrano 3 degli 11 nuovi casi di contagio in Italia (tra i 4 e i 6 mila ogni anno). Ed è sempre qui che migliaia di persone ignorano di essere ammalate. In tutto il Paese, spiega Mauro Moroni, sono 40 mila le persone che non sanno di aver contratto il virus. «Scoprire troppo tardi l’infezione – osserva Moroni – è un problema per il singolo ma anche per gli altri».

Sieropositività sommersa, ecco l’allarme lanciato quest’anno dall’Associazione nazionale per la lotta all’Aids durante la presentazione di Convivio, la mostra biennale che festeggia la sua decima edizione con il supporto delle grandi firme della moda e di attori, stilisti, cantanti (ieri alla presentazione c’erano Francesco Facchinetti e Maria Grazia Cucinotta).

Porte aperte dall’11 al 15 giugno a FieraMilanoCity. Dove tutti i visitatori potranno sottoporsi gratuitamente a un test dell’Hiv e acquistare a metà prezzo articoli delle più importanti griffe per dare un contributo alla ricerca. La formula è la stessa della prima edizione, ideata nel 1992 da Gianni Versace (e subito sostenuta da Giorgio Armani, Gianfranco Ferrè, Valentino), anche se arricchita da nuove iniziative: l’asta «Fine art cheap art» di opere di artisti contemporanei e l’area Vintage, curata da Franca Sozzani, dove si potranno acquistare pezzi unici come l’abito indossato da Madonna alla prima del film Revolver o quello di Beyoncé alla cerimonia del Naccp Award 2009. L’obiettivo: superare i 2,5 milioni di incassi dell’edizione 2008.

 

Fonte: Corrieredellasera.it