Sempre più donne italiane sono contagiate dal virus dell’Hiv. L’Aids, dunque, non è un problema lontano, che riguarda i Paesi del Terzo Mondo o i tossicodipendenti e basta, come spesso vogliono farci credere. La malattia c’è, si diffonde e tocca tutti gli strati sociali. Come difendersi? Consumando rapporti sessuali protetti, dicono i medici. Il che significa utilizzando sempre il preservativo. Ma c’è qualcuno che non è d’accordo con i dottori di tutto il mondo: il Papa.
Le polemiche dei mesi scorsi contro le sue dichiarazioni anti-condom non lo hannofermato. Benedetto XVI è tornato proprio oggi a ribadire con forza che la via per la lotta all’Aids è «la fedeltà dentro il matrimonio e l’astinenza all’esterno». Punto e basta. Non ci sono altri modi. Dopo il richiamo lanciato sull’aereo che lo portava in Africa, il Pontefice – parlando con il nuovo ambasciatore del Sudafrica George Johannes – affronta ancora la questione della lotta alla pandemia. «La Chiesa cattolica – dice – confida nel settore dell’educazione, dei programmi sociali e dell’assistenza medica», che «hanno un positivo impatto nella vita del Paese. La chiesa – aggiunge – contribuisce al tessuto morale della società attraverso la promozione dell’integrità, della giustizia e della pace, insegnando il rispetto per la vita dal concepimento fino alla morte naturale. In particolare – ribadisce il Papa – la Chiesa partecipa seriamente alla campagna contro la diffusione dell’Hiv/Aids sostenendo la fedeltà all’interno del matrimonio e l’astinenza dai rapporti esterni». Allo stesso tempo, le strutture cattoliche – conclude Benedetto XVI – non smettono di destinare risorse per «l’assistenza concreta» ai sieropositivi «nel continente e in tutto il mondo».
E in effetti, dicono i sostenitori di questa linea, che ci si può aspettare dal Vaticano se non una dichiarazione coerente con i principi morali della Chiesa? Vero. Ma forse ci si può aspettare anche che al giorno d’oggi si tenga in considerazione che la morale stessa della popolazione è cambiata, insieme ai costumi. E che se la vita va preservata a ogni costo, questo vale anche per le malattie. Allora perché, se non si vuole suggerire l’utilizzo del preservativo, non si può almeno evitare di demonizzarlo?

Fonte: libero.it