Nonostante un sensibile aumento del contagio da Hiv-Aids e da altre malattie a trasmissione sessuale, negli ultimi dieci anni la vendita di preservativi in Italia è cresciuta appena del 2%. Lo ha spiegato la ginecologa e oncologa Alessandra Graziottin (foto), che ha fotografato lo stato della contraccezione nel nostro paese in occasione dell’avvio della «campagna antivergogna rivolta al mondo femminile», intitolata Mi fido di te – Mi amo e mi proteggo”.

«L’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare soprattutto le donne, nei luoghi più frequentati dai giovani, circa l’assunzione in piena coscienza e autonomia di un ruolo decisionale nell’acquisto e nell’uso del preservativo maschile», ha sottolineato Giulia Sica, ideatrice del progetto. Un progetto che, oltre al materiale informativo, sta distribuendo un pacchetto rosa (simile a una confezione di chewing-gum) contenente tre preservativi. Quest’ultimo sarà presto in vendita nelle farmacie e nella grande distribuzione, ma anche nei centri estetici e nei parrucchieri per signora.

«Di fronte all’aumento esponenziale della promiscuità e delle malattie sessualmente trasmesse dobbiamo ricordare che il profilattico è un metodo efficace, che va utilizzato sempre, anche in caso di rapporti orali e anali, prescindendo dal giudizio affettivo e di stima sul proprio partner», ha ricordato Alessandra Graziottin, introducendo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, i quali evidenziano come in Italia il condom sia utilizzato dal 28% della popolazione, contro il 31,6% che ricorre al coito interrotto. Tra gli under 18 la situazione è ancor più grave perché il 33% di loro non adotta precauzioni in occasione del primo rapporto, il 25% non utilizza alcun metodo contraccettivo e il 22% adotta il coito interrotto.

«L’errore storico è stato spingere l’uso del preservativo soltanto per difendersi dall’Aids e incentrare le campagne di prevenzione sui tossicodipendenti e le comunità gay», ha proseguito la dottoressa, rimarcando come «oggi la popolazione più colpita dall’Hiv e maggiormente a rischio è quella degli eterosessuali, passata nel decennio 1997-2007 dal 20,7 al 43,7%, mentre tra i tossicodipendenti si registra un vero e proprio crollo: dal 58,1 al 27,4%».

E ancora: «Se è vero che dal 2000 abbiamo curve stabili dell’infezione da Hiv, è altrettanto vero che dal 1981 a oggi, in Italia, si sono registrati circa 59 mila casi di Aids. Tantissimi, anche perché circa il 50% di queste persone scopre di essere malato solo di fronte a una polmonite o ad altri gravi sintomi. Il che significa che per anni ha infettato altre persone, senza che se ne accorgessero». In aumento anche l’età media delle persone infettate, che oggi è di 43 anni per gli uomini e di 40 anni per le donne. Tra gli stranieri si registra infine un +20%.