Il preservativo femminile è presente in Italia da circa 15 anni, ma risulta essere un metodo contraccettivo ancora scarsamente utilizzato. A riguardo, l’Associazione Aidos ha aderito alla campagna internazionale “Paper Dolls” (per saperne di più su questa campagna leggi il nostro precedente post) per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul tema.
E’ bene ricordare che usare il preservativo femminile permette alla donna un’ulteriore emancipazione sessuale: decidere come e quando proteggere la propria salute sessuale permette di essere libere da ogni ricatto morale dell’uomo, magari poco restio ad utilizzare il preservativo nei rapporti sessuali.
La campagna nasce per promuovere l’utilizzo del preservativo femminile per le donne nei paesi più poveri del Mondo. Allo stesso tempo, l’Aidos cercherà di sensibilizzare il Governo Italiano (forse un po’ troppo attento a seguire o farsi influenzare da politiche vaticane) sull’importanza di informare e rendere più facilmente accessibile per le donne questo prodotto.
In Italia, il preservativo femminile è più facile da reperire, ma se parliamo del suo utilizzo non siamo messi bene. Se si parla di dati sull’utilizzo del preservativo femminile (e non solo), da anni non vengono pubblicate statistiche importanti. Si parla di un 16% di donne che utilizzano il preservativo femminile e non si hanno dati sull’utilizzo dei preservativi. Inoltre, se sul preservativo normale si fa pubblicità su quello femminile c’è molto silenzio.
Ma cosa pensano le donne del preservativo femminile? Nei paesi dove è diffuso il suo utilizzo (Nigeria, India, Camerun e Malesia ad esempio), vi sono ottime reazioni da parte delle donne. In Europa è molto popolare in Olanda.
In Italia, l’utilizzo del preservativo femminile pur aumentato negli ultimi anni non ha raggiunto i dati sperati ed auspicati. A riguardo, il 17 luglio la comunità virtuale Avaaz.org ha lanciato una petizione per promuovere il preservativo femminile in Italia.