Cos’è

La tricomoniasi è un’infezione vaginale causata da un protozoo flagellato (organismo unicellulare munito di coda) detto Trichomonas Vaginalis, che vive spesso all’interno dell’apparato genitale sia maschile che femminile.

Il tipico veicolo di trasmissione è rappresentato dai rapporti sessuali, ma può capitare di contrarre la malattia attraverso l’uso in comune di biancheria, asciugamani, gabinetti o piscine. Per la diagnosi è necessario prelevare a mezzo tampone un campione di perdite (dalla vagina nelle donne, dall’uretra negli uomini) e osservarlo poi al microscopio nell’intento di individuare il protozoo.

Come si manifesta

Dopo un periodo di incubazione che va da tre a trenta giorni, la malattia si manifesta nella donna con un arrossamento della vulva e delle pareti vaginali, accompagnato da prurito intenso, nonché da perdite maleodoranti, talora dall’aspetto schiumoso.

Se non curata adeguatamente, arriva a provocare infiammazioni pelviche e, durante la gravidanza, espone al rischio di un parto pretermine o di un basso peso del bambino alla nascita.

L’uomo accusa invece bruciori durante l’orinazione e secrezione di muco dall’uretra. Ma la tricomoniasi può anche essere priva di sintomi, così come può tendere ad autoeliminarsi e risolversi spontaneamente.

Come si cura

La terapia è a base di un trichomonicida, che in genere si assume sotto forma di creme oppure di ovuli e candelette vaginali (per le donne). Deve interessare entrambi gli elementi della coppia.

Negli ultimi anni la frequenza della malattia si è molto ridotta, come pure la sua capacità di resistere alle cure e di recidivare.