”Non cambia e non aggiunge nulla sul piano dottrinario è quanto ha precisato la Congregazione per la dottrina della fede” circa la questione sull’uso del preservativo, e ”affronta l’aspetto esclusivamente pastorale della problematica” il sussidio sull’Aids che il consiglio Pontificio sta mettendo a punto. Lo ha precisato mons. Jean-Marie Mpendawatu Mate Musivi, sottosegretario del Pontificio consiglio, rispondendo a una domanda durante la conferenza stampa di presentazione del messaggio papale per la Giornata mondiale del malato e del seminario per il 25.mo anniversario dell’istituzione di questo dicastero pontificio.

Il sussidio, ha spiegato il religioso, vedrà la luce tra alcuni mesi. E il seminario si svolgerà sabato prossimo a Roma. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche il presidente del ”ministero della Salute” vaticano, mons. Zygmunt Zimowski, e Rosa Merola, consultore del Pontificio consiglio e psicologa presso l’Istituto Penitenziario di Rebibbia a Roma.

La posizione della Congregazione della dottrina della fede circa l’uso del preservativo a cui si riferisce mons. Mpendawatu è la nota del 21 dicembre con cui il dicastero dottrinario vaticano rispondeva ad alcune interpretazioni di stampa di quanto il Papa scrive a proposito del preservativo nel libro-intervista ”Luce del mondo”. Il passo controverso del libro, e che ha suscitato grandi discussioni, è quello in cui Ratzinger, pur premettendo che ”concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualità’‘, e pur avvertendo che esso non è ”la soluzione autentica e morale” del problema dell’Aids, spiega che ”vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico”, definendo questo ‘‘il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità”. Tutto ciò, spiegò la Congregazione per la dottrina della fede, non modifica ”né la dottrina morale né la prassi pastorale della Chiesa”.

Tratto da: Grr.Rai.it