Ci vorrebbero 7 miliardi di euro per tenere a bada l’Aids. E ora il mondo intero rischia una nuova pandemia.

È quanto emerso nel corso dell’ultima conferenza mondiale sull’Aids in corso fino al 27 luglio ad Amsterdam. 15000 esperti, in cinque giorni, stanno discutendo del presente e del futuro della più comune causa di morte del terzo millennio, dopo cancro e arresto cardiaco.

Aids, i dati nel mondo

Il mondo conta 36,9 milioni di malati di Aids, ma solo 21,7 milioni sono in trattamento. Seppure dal 2016 il numero di morti è sceso per la prima volta sotto il milione di individui, è anche vero che si contava, entro il 2030 di debellare il virus.

Con i tagli ai programmi del governo americano – principale sovvenzionatore dei programmi per la lotta al male nel mondo –  si rischia invece tutto il contrario: una nuova pandemia di Aids, che partirà dall’Africa, dove si contano ormai oltre 26 milioni di malati, per contagiare il resto del mondo.

Nel giro di pochi anni, mette in guardia Unaids, l’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids,  le istituzioni non saranno più in grado di contenere l’espansione del virus. A pagarne le conseguenze saranno soprattutto i giovanissimi, che oggi rappresentano la percentuale più alta di malati.  Secondo l’Unicef, ogni ora che passa vengono contagiati 30 adolescenti sani. L’Unicef stima anche che i 2/3 di tutti i contagi riguardino adolescenti di età compresa tra i 10 e i 19 anni. Rapporti precoci e disinformazione, le principali cause di trasmissione. Tagliando anche i fondi per la prevenzione e per la distribuzione gratuita di preservativi alle popolazioni africane, sarà sempre più difficile insegnare ai giovani l’importanza di uno strumento semplice e privo di effetti collaterali come il condom.

Aids, le prospettive della ricerca

Nei cinque giorni di congressi si è parlato anche molto di ricerca e prospettive. Sono quasi 3000 gli abstract presentati da 100 paesi. Al centro il trattamento, la cura, la prevenzione, la lotta allo stigma e le nuove strategie per affrontare le disuguaglianze nei programmi per la lotta all’Aids nel mondo.

Tra le prospettive più interessanti, quella inerente l’introduzione di un farmaco che, a fronte di prezzi più ragionevoli di quelli delle attuali terapie, permetterà cure più efficaci e meno intensive. Se oggi è necessario assumere farmaci quotidianamente per permettere una vita dignitosa a chi è affetto da Hiv, con le «long-acting drugs», le molecole a lunga durata d’azione basterà una sola iniezione ogni mese o ogni due mesi per tenere a bada il virus per tutta la vita.