La consapevolezza – anche in tema di contraccezione femminile – è libertà.

Questo il messaggio che la Società italiana di ginecologia dell’infanzia e dell’adolescenza (SIGIA) lancia a tutte le adolescenti italiane, affinché, da adulte, possano scegliere con criterio che fare della propria sessualità.
E quanto poco libere e incosapevoli siano le donne italiane lo dicono i fatti.

Stando a quanto rileva l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in verità le giovani donne di ogni angolo del mondo sono oggi più sprovvedute che in passato. Non è un caso che su 100 gravidanze 41 siano indesiderate e che ben il 50% di queste si concluda con una interruzione volontaria di gravidanza (IVG).
In questo quadro globale poco felice, l’Italia spicca ancora (anceh se i dati vanno progressivamente migliorando) per superficialità tra i paesi occidentali, con 1 gravidanza indesiderata su 5. Questo accade per una serie di motivi concomitanti: da un lato c’è il fatto che il Servizio Sanitario Nazionale non fornisce più gratuitamente sistemi per la contraccezione e questo ne disincentiva l’utilizzo, dall’altro c’è la moda dei millennials di ricorrere sempre più speso a rapporti non protetti.

Eppure – secondo uno studio GFK condotto online sui millennials di 15 Paesi – i giovani di età compresa tra i 21 e i 29 anni considerano fondamentale l’utilizzo di contraccettivi, preservativo in primo luogo. Solo che quasi due terzi di loro non ne ha fatto durante un solo rapporto.
La differenza è anche geografica, territoriale: passando da Nord a Sud l’utilizzo di metodi per la contraccezione femminile e maschile cala drasticamente, raggiungendo il 7% in Campania. Fa eccezione solo la Sardegna (29%), dove a causa delle preoccupazioni per l’ereditarietà dell’anemia mediterranea, le gravidanze si programmano più facilmente.

Cosa comporta la disaffezione dei giovani nei confronti della contraccezione femminile?

Il Ministero della Salute rivela con malcelata preoccupazione il fatto che il ricorso alla “pillola del giorno dopo”, che ha tanti effetti collaterali e non protegge da alcuna malattia sessualmente trasmissibile, sia decuplicato nel giro di un anno. Il picco è impressionante: si è passati da 16000 confezioni vendute nel 2015 a 190000 confezioni del 2016.

Chi ricorre ai ripari dopo un rapporto non protetto, lo fa il più delle volte per mancanza di formazione.
L’89% delle giovani italiane – spiegano da SIGIA – si informa sulla contraccezione femminile ricorrendo al web, mentre il 48% chiede informazioni soltanto agli amici. Al ginecologo o al consulente di un consultorio si rivolgono in pochissime: si tratta appena del 21% delle giovani donne, in genere già sessualmente attive da tempo.
Nulla da meravigliarsi poi se per il 55% delle giovani italiane la pillola del giorno è un equivalente del condom, solo che funziona a scoppio ritardato.
In questo quadro di disinformazione, la Società italiana di ginecologia dell’infanzia e dell’adolescenza ha dato il via alla campagna di sensibilizzazione delle giovanissime “La consapevolezza è libertà”, dedicata alla contraccezione femminile.
Obiettivo, quello di sostituire la scuola – che non fa educazione sessuale – e le madri meno attente o meno informate.
«La cultura contraccettiva delle ragazze dipende ancora molto da quella delle madri – spiega Manuela Farris, Ginecologa e consigliere SIGIA, – che molto più spesso di quanto si creda influenzano determinate scelte o atteggiamenti». Vanno dunque educate anche loro, assieme alle figlie.
L’unico dato positivo, aggiunge la Farris è che: «Per fortuna, una volta affrontata una consulenza ginecologica, l’imbarazzo anche per le giovanissime diventa cosa sempre più rara».