C’era una volta un moscerino nato in un frutto che, rifiutato da una bella moscerina, decise di darsi all’alcol. In mancanza di altri piaceri, ne abusò fino all’intossicazione. Da allora, tutti i moscerini del mondo impararono ad affogare i loro dispiaceri sessuali in un bicchiere.

La fiaba, che fiaba non è, dimostra che anche nel regno animale il sistema celebrale funziona secondo un meccanismo di ricompense, soprattutto se si parla di sesso.

Nel 2012 i ricercatori dell’Università della California di San Francisco dimostrarono che, proprio come accade nel regno umano, il maschio di Drosophila melanogaster rifiutato da una femmina affoga la sua frustrazione sessuale nell’alcol. Al contrario una buona vita sessuale terrebbe lontano sia l’uomo che il moscerino dalle dipendenze e dalle forme di appagamento alternativo.

Perché il sesso salva dalle dipendenze

Alla base del meccanismo di ricompensa, nei moscerini ci sarebbe la variazione dei livelli cerebrali di neuropeptide F, una piccola molecola proteica condizionata dalle esperienze sessuali e in grado di influenzare le preferenze alcoliche dei moscerini. La struttura è parallela al neuropeptide Y dell’uomo, una molecola molto diffusa nel sistema nervoso centrale e autonomo responsabile di diverse azioni. Tra i compiti del neuropeptite Y, quello di stimolare l’appetito, calmare l’ansia, governare il desiderio sessuale (negli uomini come nei criceti), prevenire la depressione e regolare la predisposizione al consumo di bevande alcoliche come fonte di appagamento alternativa al sesso.

Chi fa abuso di alcol, di cibo e chi soffre di depressione ha difatti spesso livelli di NPY elevatissimi. Esattamente come chi è in cerca di un appagamento sessuale. L’accoppiamento è dunque una naturale gratificazione e un buon modo di prevenire altre dipendenze, alcolismo incluso.

È tutta una questione di orgasmi. Ecco come il sesso salva dalle dipendenze salva anche i moscerini

Una ulteriore ricerca, condotta da alcuni scienziati israeliani, ha dimostrato come la ricerca del piacere sia un fenomeno universale. Nulla che abbia a che fare, dunque, con le perversioni e con la naturale predisposizione alla riproduzione.

Il dottor Galit Shohat-Ophir della Bar-Ilan University (Israele) ha scoperto che anche nei moscerini lo scopo ultimo del corteggiamento non è l’accoppiamento in sé ma l’orgasmo e il conseguente rilascio di liquido seminale. Attraverso l’utilizzo di strumenti optogenetici, lo studioso ha ingegnerizzato geneticamente un gruppo di moscerini con cellule cerebrali in grado di attivarsi grazie a una lucina che identifica le aree di attivazione del piacere. Alla visione di una luce rossa, i moscerini producevano una sostanza che prende il nome di corazonina, in grado di innescare l’eiaculazione di una mosca. La preferenza dei moscerini per la luce rossa, indica che il desiderio principale degli insetti era quello di eiaculare, a prescindere dall’atto dell’accoppiamento. I moscerini, come gli esseri umani, cercavano l’orgasmo. O l’acol.

Dopo alcuni giorni, i moscerini esposti a luce rossa avevano raggiunto livelli di neuropeptide F più elevati e non cercavano più l’alcol messo a disposizione dagli studiosi per il loro appagamento. Al contrario, i moscerini privati del piacere, continuavano ad affogare la propria frustrazione nell’etanolo.

Il sesso, per qualsiasi essere vivente dotato di un cervello, è tra i metodi più efficaci di appagamento. E vale per tutti: tiene lontani dalle dipendenze quotidiane più pericolose per la salute.