I profilattici proteggono contro le gravidanze indesiderate, l’Hiv e ogni tipo di malattia sessualmente trasmessa. In più sono economici, privi di controindicazioni anche in presenza di patologie complesse e, tra gli strumenti contraccettivi, sono gli unici che consentono un controllo diretto da parte dell’uomo. Hanno insomma innumerevoli vantaggi… tranne uno: per la maggior parte, non sono biodegradabili!

Ma dove si buttano e come si riciclano i preservativi?

Preservativi in lattice

I comuni profilattici in lattice come i per esempio i Durex, nonostante siano realizzati con un materiale totalmente naturale – la gomma -, non possono essere raccolti nei contenitori per l’umido o destinati al compostaggio domestico. Perché?

In primo luogo perché non sono al 100% in gomma, in secondo luogo perché contengono lubrificanti e vengono trattati con prodotti che ne agevolano la confortevolezza una volta indossati ma che li rendono inadatti al riciclo.

Perché un comune preservativo in lattice si degradi ci vogliono insomma migliaia di anni e condizioni ambientali favorevoli. Il loro impatto ambientale, ad ogni modo, è davvero più che trascurabile.

Abbiamo detto dei preservativi in lattice. Ma gli altri? Vediamoli insieme.

Preservativi in poliuretano e poliisoprene

I preservativi in poliuretano o poliisoprene non sono biodegradabili. Vanno pertanto smaltiti nella raccolta dell’indifferenziato, tuttavia per chi è allergico al lattice sono una valida alternativa. Conducono bene il calore e assicurano grande comfort a chi li indossa.

Dal punto di vista chimico assomigliano molto a quelli in lattice: stesse virtù, stessi difetti (compresa la non biodegradabilità), ma anallergici.

Sono anche loro anallergici ma molto più sottili e in grado di trasmettere meglio il calore, per una naturale sensazione pelle su pelle molto coinvolgente.  Il poliuretano o  poliuretano, che con il lattice non ha nulla a che fare, sono inodore e nonostante la loro sottigliezza sono resistenti e sicuri come i preservativi in lattice classici. Più amati dagli uomini per le loro qualità, necessitano di qualche accortezza in più, essendo leggermente più fragili degli altri, ovvero sono sconsigliati per il sesso anale.

Preservativi in nitrile

Di nitrile sono fatti i preservativi femminili e, al momento, praticamente solo loro. Si tratta di preservativi in gomma sintetica, pertanto non biodegradabile.

I preservativi in nitrile, più resistente dei condom maschili sono confortevoli e sottili e anallergici, perfetti per le donne che soffrono di allergia al lattice.

Preservativi in pelle di agnello

Sono realizzati in materiale completamente naturale: le budella di pecora. Ottimi contraccettivi, amici dell’ambiente perché totalmente biodegradabili, non sono però in grado di bloccare le malattie sessualmente trasmesse, in quanto i pori della ‘pelle’ non sono sufficientemente piccoli da fornire una barriera totale.

Preservativi in idrogel

Sono la frontiera del futuro. Il preservativo in idrogel è un brevetto che viene dall’America e che promette totale confort una volta indossato, massima adattabilità e biodegradabilità. Unico difetto, quello di non essere ancora in commercio.