Al bando i preservativi nell’università di Tianjin, dove le autorità scolastiche sono intervenute contro un laureato, colpevole di aver messo annunci che pubblicizzavano il prodotto.

Il giovane venditore si è così difeso dalle accuse: Non vendo profilattici soltanto per i soldi, ma anche pensando alla salute dei giovani” che non considerano più il sesso come un tabù. Molti insegnanti e studenti hanno preso le sue difese, ma gli oppositori sono stati più forti e hanno imposto la rimozione non soltanto di tutti gli annunci cartacei, ma anche di quelli sul forum online dell’università. L’uso dei profilattici in Cina è ancora molto basso. Secondo i dati dell’organizzazione benefica Avert, impegnata nella lotta all’Aids, la maggior parte dei cinesi continuano ad associarli alla promiscuità e li evitano. Esempio ne fu lo stop imposto nel 1999 alla prima pubblicità cinese dei profilattici dopo soltanto due giorni di emissione, con l’accusa di promuovere illegalmente prodotti a scopo sessuale. Soltanto nel 2002, in occasione della giornata mondiale contro l’Aids, i profilattici furono classificati dal ministero della Salute come uno “strumento medico” e il nome venne cambiato da “biyuntao”, che significa letteralmente “guaina per evitare la gravidanza”, in “anquantao”, “guaina di sicurezza”. Ogni anno in Cina vengono prodotti 2,5 miliardi di profilattici, 500 milioni dei quali diretti al mercato nazionale (in media un preservativo ogni anno per uomo cinese).