I lettori hanno sorriso davanti all’edicolante quando insieme all’Unione Sarda hanno portato via l’opuscolo sull’Aids e il preservativo che si trovava all’interno. L’iniziativa del quotidiano e dell’Anlaids è riuscita a sfondare il pesante muro dei tabù che, soprattutto tra i giovani, aumenta i rischi del contagio. “Finalmente un’iniziativa accolta senza troppe polemiche“, dice Rossella Serra, insegnante di sostegno alle scuole medie: “Ricordo che qualche anno fa un analogo libricino di Lupo Alberto aveva scatenato una reazione spaventosa, oserei dire quasi medioevale.

È vero che i media e la televisione offrono oggi maggiori informazioni, ma i dati indicano anche che nel nostro Paese l’età media delle prime esperienze si sta abbassando, quindi è fondamentale intervenire con programmi rivolti anche ai giovanissimi”.

Dello stesso avviso è Gianni Casella, gestore di alcuni locali in città e presidente regionale dell’Associazione italiana locali da ballo: “La sensibilizzazione è importante – dice -. Si è passati da anni dove c’è stata perfino un’esagerazione che ha causato un effetto panico, agli ultimi periodi in cui forse la tensione è venuta meno. Ricordo che anche nei locali e nelle discoteche, sino al 2001, abbiamo regolarmente effettuato questo tipo di campagne con opuscoli e preservativi.

Per fortuna c’è chi non si dimentica”. Ma non mancano le critiche. “Non è una questione di preservativi ma di valori“, dice Giulia Zedda, insegnante di latino in pensione e presidente dell’associazione “Questa Vita” che, l’altra mattina, è rimasta sorpresa e perplessa: “Ormai tutti i giovani conoscono i rischi dell’Aids, basterebbe promuovere un maggiore senso della coppia e del rispetto della vita per evitare inutili pericoli”.

Pasante Dotted

 

Ma dal fronte medico piovono un gran numero di consensi: “È stata un’ottima iniziativa”, spiega Enrico Solla, primario del Santissima Trinità: “Serve per informare e dare non solo ai giovani delle indicazioni su come prevenire.

Di fatto, essendo una malattia che si trasmette con i rapporti sessuali, è evidente che la tutela data dal preservativo ne l’imita la diffusione. In città abbiamo notato una riduzione notevole di trasmissione tra mamma e bambino, ma anche una riduzione dei normali casi di contagio. Le famiglie sono più attente, ma non bisogna abbassare la guardia”. E se le campagne informative stanno già da tempo dando ottimi frutti, restano ancora i problemi legati ai preservativi.

A cominciare dall’imbarazzo ad andare dal farmacista. Eppure dovrebbe essere normale: in ballo c’è la prevenzione, cioè la vita. (fr. p.) 25/09/2005 Il risultato più importante: è stato sfondato il tabù nel parlare dell’argomento. Un errore che aumenta i rischi del contagio. Resta l’imbarazzo tra i giovani nel chiedere il profilattico ai farmacisti