Paura  di una disfunzione erettile? Allora fate più sesso vero e guardate meno porno.

Strano – ma non troppo – eppure è una verità scientifica: chi guarda molto e agisce poco, nel sesso, è più soggetto a disfunzioni sessuali e ha meno probabilità di raggiungere sempre l’orgasmo.

«Il legame tra il porno e la realtà è come quella fra un dolcetto e un frutto: se mangiamo prima il dolcetto il frutto, dopo, ci sembrerà meno dolce». Ad affermarlo è Aaron Spitz, esperto in salute sessuale maschile e fertilità,  professore clinico aggiunto del dipartimento di Urologia della California University Irvine, direttore del reparto di Andrologia della Orange County Urology Associates e autore di libri di successo.

Prevenire la disfunzione erettile? Stop al sesso virtuale!

Per prevenire una disfunzione erettile, spiega l’illustre studioso che da vent’anni indaga sulle cause più svariate del calo del desiderio, della mancanza di orgasmo o sulla perdita di erezione, sono necessarie una serie di cose: un sano stile di vita, un buon sonno, un uso molto parco di stupefacenti, alcool, fumo e pornografia.

Il senso della corporeità e delle relazioni non può essere annullato dal sesso virtuale, altrimenti le conseguenze possono essere fatali, sulla mente ma anche sul corpo direttamente: la pornografia è addirittura citata come la principale causa emergente delle disfunzioni erettili e colpisce uomini di tutte le età e condizioni di salute. C’è di più: per Spitz: « Con quanta più frequenza un giovane guarda i porno, tanto maggiore sarà il rischio che sviluppi difficoltà non solo nell’erezione ma anche nel raggiungere l’orgasmo e nel rapportarsi con un partner in carne ed ossa».

Disfunzioni erettili, ecco le ragioni

Le ragioni sono sia mediche che psicologiche. Le prime riguardano la stimolazione della dopamina, l’ormone del piacere e della ricompensa, che viene prodotto in grandi quantità quando si vede un video a luci rosse e non viene prodotto allo stesso modo quando si è davanti ad un corpo in carne ed ossa. Le seconde, invece, riguardano le aspettative, che per chi si accanisce su uno schermo diventano irrealistiche.

Anche se c’è chi – uno studio pubblicato su Current Sexual Health Reports – afferma che in realtà la pornodipendenza non esiste e ne fornisce le prove scientifiche puntando il dito contro il business dei trattamenti di “disintossicazione” –  la verità è che il consumo occasionale di pornografia, in solitaria o in coppia a seconda dei gusti – non ha alcuna conseguenza. Come accade per ogni abuso, quando l’equilibrio si altera e la percentuale del visto supera quella del fatto, il cervello comincia a mandare segnali sbagliati. Con conseguenze che possono anche diventare gravi.