Piero Angela, capostipite di tutti i divulgatori televisivi contemporanei, ha spento 90 candeline. Il papà di “Quark” e “SuperQuark” nella sua vita ha compiuto anche altre grandi imprese: è stato a lungo corrispondente di guerra, ha fondato un’associazione per la tutela dei diritti del cittadino ed un’altra no profit per smascherare i finti fenomeni paranormali, ha suonato il pianoforte jazz in tanti locali. Ed è stato uno dei primi volti della televisione italiana a fare da spalla al governo nella lotta all’AIDS.

Quando ancora – ma la ritrosia dura tutt’ora – parlare istituzionalmente di profilattici in TV era difficile, creò un programma RAI, trasmesso a reti unificate, appositamente per trasmettere alcuni spot sull’uso del condom. La paura di una epidemia di AIDS in tutta Italia, aveva spinto il ministero – allora Ministero della Sanità – ad agire con le maniere forti. E così nacque la prima pubblicità progresso dedicata alla sessualità.  A cura dell’agenzia Armando Testa, puntava sull’importanza di avere sempre rapporti protetti. Il condom veniva ancora visto come l’ultima spiaggia, rispetto ad una stretta astinenza da qualsiasi rapporto occasionale, ma veniva ufficialmente ammesso. Anche in TV.

Anche la RAI, per cui Angela lavorava, decise allora di trasmettere alcuni spot in favore del preservativo. «La parola stessa creava imbarazzo – ricorda Angela – e infatti fu chiamato profilattico». La trasmissione di Angela, che durava appena 10 minuti, fu un successo strepitoso, incassando un record di ascolti. Ma l’Italia di allora non era ancora preparata a tanta innovazione. Così lo spot fu criticato, deriso, schernito. E il ministero, di tutta risposta,, rigirò la frittata su di lui. Il divulgatore dei divulgatori, così, finì per essere accusato di “edonismo”, piuttosto che di buonsenso e serietà.

Ma Angela, che nella missione della scienza credeva e ancor credeva nella necessità che proprio dal mondo scientifico arrivasse dovesse partire la battaglia contro l’AIDS, non rinunciò al suo impegno verso tutta la società. E forse fu anche grazie a lui che l’AIDS non diventò per l’Italia come una nuova peste silenziosa.

Oggi, che l’AIDS è tornato a crescere e continua a galoppare, un altro Angela, un altro personaggio dello stesso carisma e dello stesso appeal ci vorrebbe più di allora. Proprio perché il virus circola sempre di più, ma non sembra fare poi così paura come allora.