Niente da fare. Da vent’anni quasi in Italia ci si prova, ma all’ultimo step pare che le proposte più brillanti, quelle che sulla carta avrebbero funzionato meglio, siano destinate a finire dritte nel cestino. Nelle scuole italiane, persino in quelle superiori, l’educazione sessuale e i profilattici non devono entrare.

Anche nel 2018, quando la paura di una epidemia di Hiv è tornata ad aleggiare, come nei bui anni ’90, tra docenti, famiglie e mondo scientifico, ci hanno provato in tanti. E qualcuno c’è quasi riuscito.

A febbraio l’intera provincia di Milano, per esempio, aveva dato l’ok alla proposta di installare distributori automatici di condom a prezzi calmierati negli istituti superiori del milanese. Ma l’invito, pur supportato da una delibera di giunta, era stato subito rispedito al mittente dai direttori scolastici e dalle associazioni dei genitori.

A Cuneo, ad aprile, la stessa proposta era stata avanzata dagli studenti dell’istituto agrario, ma – nonostante la buona volontà e il grado di maturità mostrato dai ragazzi – non superò mai la soglia dell’aula deputata al consiglio d’istituto.

In Abruzzo, dove sono state persino già disciplinate a livello regionale le modalità d’installazione dei distributori nelle scuole, le scuole non sanno nemmeno di avere l’opportunità di portare i preservativi a prezzi calmierati tra gli studenti. Quelli che lo sanno, fanno finta di niente.

La sessualità consapevole in Italia rimane insomma un tabù che né la politica né le preghiere dei ragazzi riescono ad abbattere.

L’ultimo caso da segnalare riguarda il Comune di Massa, dove la proposta avanzata al consiglio comunale dal Movimento 5 Stelle sulla distribuzione gratuita una tantum di preservati a scuola è stata addirittura stralciata dal punto all’ordine del giorno sulle campagne informative riguardanti la prevenzione di Hiv ed Aids. Punto che, anche senza l’opzione free-condom, è stato comunque inesorabilmente bocciato con 20 niet e solo 5 voti favorevoli.

“Durante la discussione il sindaco ha chiesto lo stralcio della parte riguardante la proposta dei distributori gratuiti di profilattici all’interno delle scuole – racconta la consigliera comunale Luana Mencarelli – Noi però abbiamo sottolineato come questa parte fosse in stretta connessione con le altre azioni richieste e che anzi gli avrebbe dato concretezza. Sarebbe stato un vero controsenso infatti andare a spiegare come si trasmette il virus Hiv, sottolineando che l’unica arma di protezione è costituita dal profilattico e non metterlo a disposizione dei ragazzi in maniera semplice e gratuita. Ho avuto la netta impressione che il blocco della maggioranza fosse di tipo culturale, tendendo a nascondersi la realtà delle cose, una mentalità ben lontana e poco incisiva sull’attualità. Dobbiamo pensare a salvare la vita e la salute dei nostri giovani lasciando da parte questioni moralistiche superate dai fatti, infatti l’età dei primi contatti sessuali si è abbassata sempre più e con sempre minore consapevolezza e conoscenza. Dobbiamo utilizzare tutti i metodi informativi per far si che i rapporti sessuali avvengano in modo protetto e sicuro come la comunità scientifica ci insegna.”

Insomma l’Italia, sul fronte del sesso consapevole, è sempre ferma lì, a lamentarsi per i dati allarmanti ma a non voler muovere un dito per fare più del nulla.