Una volta era noto come il male francese, perché la prima epidemia in Italia scoppiò nel 1945 a seguito della discesa del re francese Carlo VIII.
La tradizione popolare, tuttavia, vuole che questa malattia – grave e altamente contagiosa – sia stata introdotta in Europa dai marinai di Cristoforo Colombo, di ritorno dalla scoperta del Nuovo Mondo.

Il male in questione si chiama sifilide ed è una delle malattie sessualmente trasmesse più insidiose e complesse, oltre che di maggior impatto sociale, causa le evidenti ulcere ed eruzioni cutanee che provoca in tutto il corpo.
La sifilide, conseguenza del contagio da parte del batterio treponema pallidum, si trasmette per contagio sessuale, ma può essere trasmessa dalla madre al feto durante la gravidanza o dopo il parto.
Quasi scomparsa fino ai primi anni 2000, è uno dei più gravi tormentoni degli infettivologi del nuovo millennio.
Nel mondo, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, la sifilide colpisce ancora 12 milioni di persone. Solo negli Stati Uniti tra il 2011 e il 2014 l’incidenza è aumentata del 67%, soprattutto tra gli omosessuali, mentre in Italia dal 2000 ad oggi l’aumento dei casi di sifilide è stato addirittura del 400%. Un vero e proprio boom.
Ad ammalarsi di più, e c’era da aspettarselo, è la fascia di età tra i 20 e i 45 anni (anche se un buon 12% di contagi riguarda la fascia 15-24 anni), con una forte prevalenza degli uomini rispetto alle donne, degli stranieri rispetto agli italiani e – strano a dirsi – del Nord Italia rispetto al Sud.

Allarme sifilide, ecco perché: italiani imprudenti, non usano più il preservativo

Il motivo per cui la sifilide è tornata in agguato, secondo gli esperti, è uno solo: il rischio sottostimato di contagio, che porta a fare sesso non protetto. E senza preservativo, tutte le malattie sessualmente trasmesse sono un pericolo a portata di mano.
Per questo, per fronteggiare quella che si prefigura ormai come una vera e propria emergenza per la salute pubblica, è stata lanciata una Task force europea contro le infezioni sessualmente trasmissibili, che ha il compito di monitorare e valutare la situazione e fornire indicazioni e linee guida per uniformare il sistema di prevenzione e trattamento in tutti i paesi UE.
La sifilide del resto è facilmente individuabile: basta un autotest che si effettua anche a casa prelevando una sola goccia di sangue. Si può curare, se presa in tempo, con una terapia antibiotica a base di penicillina. Ma soprattutto si può prevenire, con un una semplice precauzione che vale sempre: l’utilizzo del preservativo dall’inizio alla fine di ogni rapporto, soprattutto in caso di sesso occasionale con partner di cui non si conosce lo stato di salute.