Nel 2025, l’intelligenza artificiale parla di sesso più delle istituzioni. Ma è davvero una buona notizia?
Mentre i giovani italiani cercano risposte su TikTok, Reddit o addirittura nei chatbot conversazionali come ChatGPT o Replika, la scuola resta in silenzio. L’educazione sessuale nelle scuole italiane non è mai stata resa obbligatoria per legge, e oggi, in piena era digitale, questo silenzio è diventato un vuoto pericoloso.
Secondo un’indagine dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), oltre il 60% degli adolescenti italiani afferma di aver ricevuto scarsa o nulla educazione sessuale a scuola. Molti si affidano a internet per chiarire dubbi su corpo, piacere, relazioni, contraccezione o consensi. In questo contesto, i chatbot dotati di intelligenza artificiale stanno diventando – volenti o nolenti – i nuovi educatori sessuali.
AI, chatbot e sessualità: tra informazione e rischio
Negli ultimi due anni, diversi studi (tra cui una review pubblicata su Current Sexual Health Reports) hanno analizzato l’impatto dei chatbot sul benessere sessuale, con risultati contrastanti.
Cosa può fare l’AI oggi:
- Fornire risposte accurate e aggiornate su anatomia, prevenzione, orientamento e salute riproduttiva.
- Simulare conversazioni empatiche e inclusive.
- Ridurre imbarazzo o vergogna in chi fatica a parlare con adulti o esperti.
Cosa l’AI non può (ancora) fare:
- Offrire educazione emozionale, relazionale e consensuale, cioè gli aspetti più complessi dell’intimità.
- Riconoscere contesti specifici o traumi pregressi.
- Sostituire un confronto umano, fatto di fiducia, ascolto e personalizzazione.
L’uso di AI in questo ambito può essere prezioso se integrato in un sistema educativo e affettivo, ma rischia di diventare pericoloso se lasciato come unica fonte.
Un vuoto italiano
A differenza di Paesi come Olanda, Svezia o Canada, dove la Comprehensive Sexuality Education (CSE) è obbligatoria già dalle scuole primarie, in Italia si procede a macchia di leopardo. Le iniziative dipendono dalla buona volontà di singoli docenti, enti locali o associazioni.
Questo vuoto educativo produce effetti concreti:
- Diffusione di falsi miti e tabù.
- Inadeguatezza nella gestione del consenso.
- Crescente esposizione al porno online come “modello”.
- Mancata alfabetizzazione affettiva e identitaria.
Il ruolo delle regole: servono linee guida per l’AI sessuale
Con la diffusione di chatbot erotici, “AI partner” e simulatori di relazione, molti esperti (tra cui l’Università di Stanford e il gruppo UNESCO AI4Youth) stanno lanciando l’allarme:
Serve una regolamentazione etica sull’uso dell’AI in ambito sessuale e relazionale, soprattutto se rivolta a minori.
Le proposte includono:
- Trasparenza sull’origine delle informazioni fornite.
- Sistemi di verifica dell’età.
- Avvisi sui limiti dell’AI rispetto a esperienze umane.
- Divieto esplicito di deepfake pornografici non consensuali (in forte aumento, soprattutto a danno delle donne).
In un’Italia che ancora non riesce a parlare apertamente di sesso, piacere e affettività nelle scuole, l’intelligenza artificiale si sta trasformando in un paracadute d’emergenza.
Ma i paracadute non bastano per imparare a volare.
Serve una vera alleanza tra educazione pubblica, competenze digitali e consapevolezza affettiva, che riconosca il valore della sessualità non solo come rischio o problema, ma come parte essenziale del benessere umano.








