1. Il primo farmaco: AZT (zidovudina) – 1987

Il primo trattamento approvato contro l’HIV fu la zidovudina (AZT), un farmaco inizialmente studiato come possibile antitumorale. Negli anni ’80 venne riscoperto per la sua capacità di inibire la replicazione virale e nel 1987 ottenne l’approvazione come prima terapia anti-HIV. Appartiene alla classe degli NRTI (inibitori della transcriptasi inversa nucleosidici). Nonostante riducesse il rischio di morte, aveva effetti collaterali importanti e non era sufficiente da solo a contenere l’infezione.

2. L’arrivo di nuove classi di farmaci – metà anni ’90

A partire dal 1995 furono introdotti i primi inibitori della proteasi, seguiti poco dopo dagli NNRTI (inibitori non nucleosidici della transcriptasi inversa). Questi farmaci offrirono nuove modalità di attacco al virus e permisero di sviluppare combinazioni più efficaci.

3. L’era della terapia combinata (HAART / ART) – dal 1996

La vera rivoluzione arrivò con l’introduzione della HAART (Highly Active Antiretroviral Therapy), cioè la combinazione di almeno tre farmaci di classi diverse. Questa strategia trasformò l’HIV da malattia quasi sempre letale a condizione cronica gestibile, abbattendo drasticamente il numero di morti legate all’AIDS.

4. Pillole combinate e regimi semplificati

Negli anni successivi furono introdotte pillole a combinazione fissa, che contenevano più principi attivi in un’unica compressa. Questo semplificò enormemente la terapia e migliorò l’aderenza dei pazienti. Col tempo sono arrivati regimi a dose unica giornaliera e formulazioni sempre più tollerabili.

5. Nuove classi: INSTI e anticorpi monoclonali

Dal 2007 in avanti sono stati sviluppati gli inibitori dell’integrasi (INSTI), come raltegravir, dolutegravir e cabotegravir, che hanno ampliato ulteriormente le opzioni terapeutiche. In parallelo sono stati introdotti anticorpi monoclonali come ibalizumab, destinati a pazienti con infezioni resistenti alle terapie tradizionali.

6. Prevenzione: PrEP e iniezioni long-acting

Oltre alla terapia per le persone già infette, si sono affermati strumenti di prevenzione come la PrEP (profilassi pre-esposizione), che consiste nell’assunzione di farmaci antiretrovirali da parte di persone HIV-negative a rischio. Negli ultimi anni sono arrivati anche farmaci a lunga durata d’azione somministrati tramite iniezioni, che possono coprire fino a sei mesi con una sola dose.

7. Casi di cura completa: i trapianti di midollo

In rari casi, alcuni pazienti hanno raggiunto una remissione completa dell’HIV dopo trapianti di midollo osseo da donatori con mutazioni genetiche che impediscono al virus di infettare le cellule. Questi casi, pur offrendo speranza, non sono una soluzione praticabile su larga scala a causa dei rischi e della complessità della procedura.

8. Le frontiere della ricerca: terapie geniche e vaccini

Oggi la ricerca si concentra su strategie innovative come l’uso di CRISPR-Cas per eliminare il virus dalle cellule, vaccini terapeutici in grado di addestrare il sistema immunitario a controllare l’infezione e anticorpi neutralizzanti ad ampio spettro. Questi approcci sono ancora in fase sperimentale ma rappresentano possibili passi verso una cura definitiva.