Non tutti sanno il significato storico della verginità ma “conservare la verginità” rimane tuttora una pratica in uso, anche se con qualche caratteristica particolare. Continua ad avere significati importanti ma sono sempre meno a carattere religioso e diventano per lo più legati al giudizio sociale.

Cosicché una ragazza che dà poca importanza alla verginità può essere considerata una cattiva ragazza ma anche una ragazza che dà troppo importanza alla prima volta (rimandandola di mese in mese e di anno in anno) può essere considerata troppo all’antica.

Le ragazze oggi vivono ancora la prima volta come un momento speciale, non “la danno via” al primo che si incontra (differentemente dalla maggior parte dei ragazzi), ma dall’altra parte sono consapevoli del fatto che molto probabilmente il ragazzo con cui si perderà la verginità non sarà l’unico uomo della propria vita. Per cercare di mediare tra una tradizione che invita a dare importanza alla verginità e la pressione del gruppo dei pari che pian piano fa le sue prime esperienze sessuali, il significato attribuito alla “perdita della verginità” è reinterpretato all’occorrenza.

Cosicché ci si augura magari che il ragazzo con cui si fa sesso per la prima volta possa essere l’uomo per tutta la vita ma molto spesso ci si accontenta di poter pensare “anche se ci lasceremo, sarà stata la persona giusta perché ci volevamo bene”.

In ogni caso la perdita della verginità rimane tutt’oggi un evento dal significato importante ma slegato dal momento del matrimonio che va mutando anch’esso il suo significato.

La verginità secondo una ricerca.

Uno studio del 1995 (Roesenbaum) ha trovato che di un campione di adolescenti che aveva deciso di conservare la verginità fino ad opportuno momento, il 52 percento di essi aveva disatteso tale promessa alla seconda verifica dopo un anno e il 72 percento di queste rinnegò di aver mai detto di voler conservare la verginità.

Non solo: quasi un terzo delle ragazze che alla prima raccolta dei dati dichiararono di aver già fatto sesso e poi avevano promesso di “conservarsi”, nella seconda verifica a distanza di un anno confermarono il fatto di non aver fatto sesso 4 volte in più che le ragazze che non avevano fatto nessuna promessa.

Confusione? Già. La promessa di “non fare sesso” era mantenuta di più da chi l’aveva già fatto.

Se poi si chiede ai giovani adolescenti cosa si intende per verginità, le idee si offuscano ancora di più. Uno studio pubblicato su RH Reality Check ha chiesto a 1000 adolescenti “un/una ragazzo/a si può dire ancora vergine anche se”

  1. ha masturbato il proprio partner
  2. ha fatto del sesso orale (attivamente)
  3. ha ricevuto sesso orale
  4. ha avuto un rapporto con penetrazione in vagina
  5. ha praticato sesso anale attivamente
  6. ha praticato sesso anale passivamente

Inoltre le stesse 6 risposte sono state usate anche con un’altra domanda questa volta riferita al concetto di “astinenza” ovvero “puoi dire di aver mantenuto astinenza da sesso se…”.

Le risposte sono qui di seguito. Secondo il campione intervistato, la verginità è mantenuta anche se

  • si pratica la masturbazione (83.5%)
  • si pratica sesso orale (70.6%)
  • si pratica sesso anale (16.1%)
  • si ha un rapporto con penetrazione in vagina (5.5%)

Inoltre, secondo i 1000 adolescenti dello studio, si può dire di “mantenere l’astinenza” se

  • si pratica la masturbazione (44.2%)
  • si pratica sesso orale (33.4%)
  • si pratica sesso anale (14.3%)
  • si ha un rapporto con penetrazione in vagina (11.9%).

Sebbene i dati non siano di una ricerca italiana, sono comunque interessanti per qualche riflessione. La prima cosa che salta agli occhi è il fatto che qualcuno ritenga di essere vergine o di non praticare sesso se ha un rapporto con penetrazione in vagina. La domanda nasce spontanea: cos’altro occorre? In realtà un tale fraintendimento può accadere quando chi pratica sesso considera il “fare sesso=raggiungere l’orgasmo”. Nel caso in cui l’orgasmo non venga raggiunto, queste persone ritengono di non aver fatto sesso.

Inoltre va detto che da questi dati si può definitivamente cancellare lo storico significato “verginità=purezza da qualsiasi atto carnale” poiché la grossa maggioranza degli adolescenti si considera ancora vergine dopo la masturbazione e il sesso orale, e una parte anche dopo il sesso anale.

La verginità dal punto di vista fisico

Parlando di verginità molti intendono una condizione fisica che si può perdere o eventualmente anche ripristinare chirurgicamente.

Nelle donne è identificata nell’imene, una membrana che ricopre parte dell’apertura vaginale nella maggior parte delle donne (non tutte). In passato, credenze popolari facevano ritenere che con il primo rapporto sessuale seguisse la rottura dell’imene e il necessario sanguinamento. Le lenzuola bianche con la macchia di sangue venivano poi stese in pubblico a dimostrazione della verginità della sposa.

Oggi sappiamo che l’imene è una membrana particolarmente elastica che si rompe del tutto soltanto con il primo parto, che può non rompersi o non rompersi completamente con un rapporto sessuale e anche che può rompersi in altre circostanze come la masturbazione. Inoltre sappiamo che il sangue sulle lenzuola non era necessariamente della sposa, poiché le perdite dovute alla rottura dell’imene sono normalmente minime.

Sono molte le ragazze che domandano “è possibile perdere la verginità con la masturbazione o facendo esercizi fisici?”. La risposta è: tecnicamente si può rompere l’imene ma non si può perdere la verginità se per verginità intendi “non aver mai avuto un rapporto sessuale”.

C’è poi chi cerca nell’uomo un corrispettivo fisico dell’imene che possa identificare la sua verginità fisica. Si parla allora del frenulo, il lembo di pelle che unisce il prepuzio al glande. Può accadere che questa parte di pelle, sottoposta a forte sollecitazione, si rompa in modo doloroso e con vistoso sanguinamento. Non ha nulla a che fare però con “la prima volta” dell’uomo poichè dipende soltanto dalla forma del frenulo e può accadere in qualsiasi momento.