la notizia arriva dal produttore mondiale di preservativi, Karex Bhd, che avverte sul calo nell’uso dei condoms di ben il 40% in meno, dall’inizio della pandemia di Covid-19.
In un rapporto Nikkei Asia , l’amministratore delegato (CEO), ha ammesso che l’arresto registrato nell’industria dei preservativi va di pari passo con la diminuzione dell’attività sessuale.
“La chiusura di hotel e altri luoghi in cui si consumano incontri sessuali durante la pandemia, la chiusura dei programmi di consegna dei preservativi da parte dei vari governi, ha contribuito al calo delle vendite di preservativi”, ha affermato Goh, secondo il rapporto.
A inizio pandemia, Karex aveva avvertito che presto si sarebbe verificata una crisi nella produzione di profilattici, proprio a causa di domanda e produzioni bloccate.
Ma la previsione si rivelò allora errata. Nell’estate 2020, la Durex aveva registrato un aumento delle vendite. Lo stesso si era previsto tra la primavera e l’estate, definita “hot summer vax”, per via delle minori restrizioni legate alla vaccinazione anti-Covid.
Via via però l’andamento ha cambiato rtta e le previsioni libertine si sono scoperte non veritiere. Si sono allontanate le occasioni di sesso occasionale.
In Italia, una rielaborazione dell’Ufficio Studi Coop sul rapporto “2022 Coming Soon”, ha rivelato che l’importanza del sesso è passata al secondo piano, superata dall’intenzione di “prendersi cura di sé”, “ritrovare l’equilibrio vita-lavoro” e solo alla fine la ricerca di un partner. Di tutto ciò soffre il mercato dei profilattici che non conosceva momenti rosei neppure prima della pandemia. Secondo Iri Research, si registrava già un calo delle vendite del 2,4 e del 3,4% tra 2017 e 2018, prima di rimbalzare (+1,2%) nel 2019 e quindi cedere di schianto nel 2020 (-4,4%). Tante le cause di questo recesso: dalla maturità posticipata delle nuove generazioni, alle alternative di contraccezione, ed infine i social media che inglobano sempre più giovani.
Come se non bastasse, la crisi delle vendite di profilattici è legata anche al rincaro delle materie prime e costi di spedizione. Ora le prospettive tornano ad esser meno buie, eppure manca un grande “cliente” che gioca un ruolo importante per l’industria dei contraccettivi: la sanità pubblica.