ROMA – Molti italiani non usano il preservativo, il mezzo più valido per difendersi dalle malattie sessualmente trasmissibili, nonché da gravidanze indesiderate, “per ignoranza”. Una percentuale minore perché “toglie naturalezza e poesia al rapporto”, per altri, invece, “diminuisce la sensibilità ed è imbarazzante”.

Lo rivela un sondaggio di Donna Moderna (settimanale di Mondadori) realizzato dalla Swg srl-Trieste con rilevazioni telefoniche su un campione nazionale stratificato per quote di 600 soggetti, 3.380 contatti, rappresentativi della popolazione italiana di età compresa tra 18 e 64 anni. In particolare il 49% dei 600 intervistati nel sondaggio non ama il preservativo per ignoranza, intesa come carenza di informazione e sottovalutazione del rischio.

«Grazie ai nuovi farmaci – spiega a Donna Moderna Norberto Ceserani, infettivologo dell’Istituto S. Raffaele di Milano e volontario della Lila, Lega italiana per la lotta contro l’Aids – si muore meno di Aids e la gente si illude che la possibilità di contagio sia ridotta». Il 20% degli intervistati, invece, risponde che “il profilattico toglie naturalezza e poesia al rapporto”, per il 12% “diminuisce la sensibilità”, per l’8% è “imbarazzante”. «Purtroppo mi sembra di sentire i miei giovani pazienti – racconta Paola Paittella, ginecologa del Centro adolescenti dell’Aied – si vergognano, considerano il profilattico una interruzione sgradevole, hanno paura che getti un’ombra di sospetto sul partner». Ma c’è anche un 4% degli intervistati secondo cui il profilattico costa troppo“, per un 2% “irrita la pelle“, per l’1% “ha un odore sgradevole”. Alcuni, il 4%, preferiscono non rispondere. All’argomento dedica questa settimana la copertina e un lungo servizio il più diffuso settimanale d’informazione francese, L’Express.

Non per caso, se è vero che nei mesi di luglio e agosto, complici le vacanze e più tempo per la coppia, aumenta la vendita di preservativi Oltralpe e particolarmente in regione parigina. Per fortuna: l’amore, infatti, “ci rassicura, ci valorizza – spiega Marianne Salleron, psicologa dell’Associazione francese dei centri di consulenza coniugale – ci fa bene. Sviluppa la generosità, la tenerezza, la voglia di imparare, di scoprire, d’essere in contatto con la vita”. E anche se il partner si dichiara innamorato ma va a letto con un’altra persona, la scienza toglie il diritto di arrabbiarsi. I ricercatori distinguono infatti tre tipi di amore: il desiderio sessuale, la passione per una persona in particolare, l’affetto a lungo termine che spinge a dividere la propria vita con un altro.

Siccome ciascuno dei tre dipende da meccanismi neurobiologici diversi, non è una colpa amare contemporaneamente persone differenti di “sentimenti” diversi.