Lascia increduli la notizia choc pubblicata sulla rivista “Sanità Notizie” riguardo a quanto si sia abbassata incredibilmente l’età del primo rapporto sessuale. Il risultato di un sondaggio condotto da una Asl su 400 studenti fa emergere il dato allarmante che «l’età minima del primo rapporto sessuale è scesa a 12 anni».
In tribunale questi dati li conoscono bene perché ne hanno già visti (e affrontati) parecchi casi di ragazzine magari non proprio di 12 ma 13 o 14 sì già costrette ad abortire per aver fatto l’errore di non prevenire una gravidanza, dovendo poi ricorrere alla firma del giudice tutelare perché terrorizzate dall’idea di dirlo alla famiglia.

Una voce fuori dal coro è quella del magistrato Fiorenza Giorgi, che nel palazzo di giustizia ricopre proprio il delicatissimo ruolo di giudice tutelare e non ha mai negato la sua decisa posizione pro-aborto quando si tratta di minorenni. Il magistrato denuncia che «È ora di finirla con le chiacchiere e i falsi moralismi. C’è da prendere atto di una situazione culturale e sociale in mutamento che ha portato i giovani ad avvicinarsi al sesso sempre prima. Personalmente non ho per fortuna ancora dovuto seguire casi di ragazzine incinte sotto i 13 anni ma capisco benissimo che possa succedere viste la velocità con cui le nuove leve sperimentano ogni cosa. Ne ho affrontati con 14enni, 15enni e credo che noi tutti adulti, ciascuno con i propri ruoli, a cominciare dai genitori, dovremmo impegnarci affinché l’informazione non mieta altre vittime. Mi prenderò una scomunica ma dico e sottoscrivo che bisogna iniziare una campagna per imporre ai ragazzi di uscire sempre con il preservativo in tasca e alle ragazze di prendere la pillola del giorno dopo” dopo ogni caso rischioso. Non farlo significa prendersi rischi inutili, assurdi. Vogliamo essere così ipocriti da dirci che una ragazza di 13 anni può essere pronta ad essere madre? O che un ragazzino di 13 possa fare il padre? Non scherziamo. Qui si parla di scelte che condizionano l’esistenza, bisogna avere il coraggio di rompere il tabù e parlarne con i figli, con gli studenti, e invitarli a fare il proprio percorso di crescita ma tutelandosi dalle conseguenze irreparabili».

Noi di comodo.it non possiamo che concordare con la posizione espressa dal magistrato, se non far osservare che una maggiore e più diffusa coscienza dell’utilizzo del preservativo, sia tra i ragazzi che tra le ragazze, potrebbe evitare di far vivere situazioni forti e traumatizzanti come un aborto.

Il magistrato aggiunge che «è ovvio che oltre alla sensibilizzazione sui contraccettivi bisogna chiarirgli che alla base ci vuole un trasporto affettivo e il sesso non va fatto col primo partner che passa ma visto che ogni giovane decide con la sua testa e non è detto che ascolti i suggerimenti, almeno bisognerebbe imporgli l’obbligo delle precauzioni. Diversamente dire ai ragazzi di non fare sesso sarebbe come dire a chi ha le gambe di non correre: una scempiaggine. Il sesso è una cosa bella, la più bella probabilmente, e le nuove leve sono troppo sveglie per aspettare. Ecco spiegato il perché dell’età sempre più bassa rispetto al passato. Bisogna farsene una ragione e lavorare sulle precauzioni per evitare almeno i danni».

Mr.Comodo