Non sarà argomento d’esame e nemmeno tema di approfondimenti extracurriculari. Eppure fa molto più discutere di ogni materia di studio.

Si tratta del primo distributore automatico di profilattici che varca la soglia di un ateneo universitario e si trova a Teramo, per iniziativa di un docente.

Il professor Christian Corsi, delegato al welfare d’ateneo, ha deciso di portare i profilattici all’università piazzando un distributore automatico di condom all’ingresso dell’università come monito contro i comportamenti a rischio. L’iniziativa si coniuga ai seminari formativi specifici rivolti ai giovani universitari che il prof. Corsi sta portando a termine tra gli studenti con l’avallo del rettore.

Caso più unico che raro, specie in Italia, il prof. Corsi fa della sua iniziativa di portare i profilattici all’università una questione morale, dando l’esempio a tutti i docenti del resto del Paese che ignorano del tutto la vita e la sessualità dei propri alunni: «Tra i temi che ho più a cuore – scrive Corsi in un post – c’è quello relativo alla qualità della vita dei miei studenti, in questo caso la loro salute. Per questo motivo al campus dell’università di Teramo, nel poliambulatorio, sarà installato un distributore di preservativi, cosicché tutti gli studenti e tutte le studentesse trovino nell’università il luogo e l’istituzione di riferimento in grado di offrire gli strumenti contraccettivi e di prevenzione alle malattie sessualmente trasmissibili».

Profilattici all’università: il caso Francia e gli altri

Se l’Italia ha portato per la prima volta i profilattici all’università solo nel 2018 –  e non è detto che l’esperimento duri o venga in qualche modo replicato altrove – , negli atenei francesi già dal 2009 si vendono profilattici a soli 20 centesimi al pezzo. Non per iniziativa di un docente illuminato, ma per volere esplicito del governo Sarkozy, 1000 distributori di profilattici furono distribuiti in tutte le università e nei campus francesi. E nessuno ebbe di che inorridire.

Negli USA, come in Cina, i distributori automatici di profilattici e lubrificanti nelle università sono una realtà consolidata da diversi anni. E negli atenei tutti gli studenti sono tenuti a seguire corsi di informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili e sui metodi contraccettivi più comuni.

L’Italia, che a parte il caso Teramo resta ferma alla distribuzione clandestina di profilattici da parte dei collettivi studenteschi, ha davvero ancora molto da imparare. Ma, prima di arrivare all’università, dovrebbe ripartire dalle elementari.