Il governo scozzese ha distribuito un questionario nelle scuole riguardo le pratiche sessuali dei giovanissimi, l’iniziativa ha sollevato la protesta di genitori ed esponenti politici.
In che misura siamo disposti a difendere la privacy della nostra vita intima? E cosa accade quando è il governo ad entrare nella sfera intima dei cittadini, ponendo domande scomode sulle pratiche sessuali dei minori sopra i 14 anni di età? Aqueste domande potrebbero risponderci gli adolescenti scozzesi, che in questi giorni sono stati invitati a rispondere ad un questionario sulle loro pratiche sessuali.
Un censimento scozzese sulle posizioni sessuali preferite dagli adolescenti: è giusto?
Un censimento inquadrato nella “Ricerca sulla salute e il benessere dei giovani” ha conosciuto l’ira dei genitori degli adolescenti sottoposti all’inchiesta, una serie di domande riguardanti le loro abitudini più intime. Nel questionario, sono incluse domande esplicite sulla pratica del sesso anale e del sesso orale, e non solo.
Scattata subito la protesta delle associazioni di genitori, che si sono mosse in massa chiedendo il ritiro del questionario, mettendo in evidenza i rischi sulla salute psicologica degli adolescenti. Quindi, per la prima volta tutti d’accordo: associazioni più conservatrici e progressiste, politici di destra e di sinistra; al fine di ribadire inopportunità dell’intrusione nella sfera intima dei più giovani.
La Scozia si apre ad un dibattito acceso riguardo il fatto di sottoporre i ragazzi di 14 anni (spesso ancora impreparati al sesso e alle prime esperienze sessuali) ad un’inchiesta, che analizzi nei dettagli la loro sfera intima, attraverso domande sull’orientamento dei giovani, su esperienze sessuali con persone dello stesso sesso o del sesso opposto.
Dal canto suo, il Governo si difende dichiarando che si tratta di un questionario facoltativo e non obbligatorio, quindi gli studenti potrebbero astenersi dal rispondere a più domande o a nessuna domanda sule loro pratiche sessuali. Lo scopo, prosegue il governo è quello di studiare le abitudini sessuali dei più giovani per “assolvere la propria responsabilità governativa”. In passato, test simili erano stati proposti agli studenti delle scuole secondarie, ma le domande erano meno invasive riguardo la loro intimità.
Ma le polemiche riguardano anche la violazione dell’anonimato di chi è invitato a compilare il test, inserendo il proprio codice fiscale. Una misura presa dal Governo scozzese al fine di poter individuare eventuali soggetti che abbiano fornito risposte che destano un certo allarme.