La tecnologia, con gli smartphone, ha conquistato il mondo intero. E come ogni fenomeno socialmente diffuso, questo porta sempre a tendenze e stili che possono essere positivi o negati. Tra questi c’è il “sexting”, dall’inglese sex – sesso e texing – scrivere. E’ uno degli ultimi trend diffuso soprattutto tra teenager e consiste nell’invio di immagini o testi hot. L’obiettivo è quindi catturare l’attenzione dell’altro attraverso dei contenuti sessualmente espliciti, a volte anche superando con superficialità, la propria privacy e intimità.
 
Gli adolescenti lo ritengono più un gioco tra coetanei, provocante, fatto per amore o anche solo per puro esibizionismo o divertimento. In realtà, l’uso del cellulare e la diffusione dei canali social (Whatsapp, Facebook, eccetera), favorisce un meccanismo strano che coinvolge ragazze e ragazzi: l’invio di materiale privato sembra così essere l’unico modo per essere accettati da una società in cui conta prima di tutto apparire. 

Il sexting in Italia

Negli Stati Uniti, paese in cui il fenomeno ha avuto origine, il sexting è praticato dal 20% dei ragazzi tra i 16 e i 19 anni. In Italia, il fenomeno è stato oggetto di diversi studi e analisi.
Nel 2011 il Telefono Azzurro con Eurispes ha avviato l’Indagine nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza: su un campione di 1.496 adolescenti di età compresa tra i 12 e i 18 anni, è emerso che circa un ragazzo su dieci ha ricevuto messaggi o video a sfondo sessuale via smartphone, mentre la restante parte ne ha inviati ad amici, fidanzati, adulti, o anche sconosciuti. Il confronto tra ragazze e ragazzi esiste, seppur lieve, infatti risulta che i maschietti sono più propensi a inviare sms o mms erotici.

sexting tra gli adolescenti

Ma cosa spinge un adolescente al sexting?

Lo svela la recente ricerca della Kid Help Phone, la helpline europea. Le risposte, dal più al meno comune:

  • “lo faccio per divertirmi”
  • “lo faccio perché mi è stato chiesto ripetutamente di farlo”
  • “lo faccio per il/la mio/a ragazzo/a”
  • “ero curioso/a”
  • “è un gioco tra amici”

Il sexting influisce negativamente sullo stato psicologico: chi lo subisce potrebbe vivere la propria vita sessuale in solitudine e spesso in modo virtuale, scollegato dalla realtà.

LA CRONACA DEL SEXTING

Tiziana Cantone è stata recentemente una delle tante vittime di sexting in Italia: il suo video è stato postato in rete da alcuni amici poco dopo essere stato inviato dalla stessa. Le immagini hanno fatto il giro di telefoni e web, raggiungendo migliaia di visualizzazioni. Intercettare il momento preciso e il telefono da cui il video è stato diffuso non è affatto facile. La sua denuncia risale al 2015 quando scoprì di essere finita sui siti porno, ma senza una risposta. La sua storia finisce tragicamente, con il suicidio.

INIZIATIVE PER L’UTILIZZO SICURO DI CELLULARI E INTERNET

In Italia Telefono Azzurro è impegnato nella promozione di un uso sicuro di Internet e cellulari nelle scuole, e partecipa al Safer Internet Day con varie iniziative. L’indagine del 2014 di Telefono Azzurro e Doxa Kids, spiega che il 35,9 per cento dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting.

Dal sexting, si può arrivare al grooming, ovvero l’adescamento online: offrire immagini particolarmente provocanti di sé in rete pubblicandole sul proprio profilo o qualsiasi social network, può attirare adulti che dopo aver conquistato la fiducia delle vittime, possono indurle a instaurare con loro una relazione intima o sessualizzata.

Per prevenire che ciò avvenga bisogna attivare ancora di più delle campagne di sensibilizzazione attraverso cui i giovani possano realmente comprendere i rischi connessi a questi comportamenti (spesso i giovani ne sono inconsapevoli) e nello stesso tempo rafforzare in loro le capacità personali e interpersonali necessarie per vivere sessualità e relazioni sentimentali in modo costruttivo e responsabile.

Importante è l’attenzione che genitori o figure educative devono rivolgere verso i ragazzi, invitandoli ad avere un uso consapevole delle nuove tecnologie. Un importante organizzazione che da sempre si batte per tutelare i diritti dei bambini e non solo, Save the Children, insieme alla Commissione europea, promuove ogni anno una campagna chiamata “Posta con la testa”, al fine di sensibilizzare i più giovani sull’argomento e di renderli consapevoli dei rischi legati alla pubblicazione di immagini che dovrebbero rimanere private.