Nel prestigioso ateneo americano di Yale, riecco la Sex Week: vibratori e conigliette entrano in aula.

L’aula è una di quelle attraverso cui sono passati presidenti e segretari di stato, illustri giuristi e capitani di industria: ma i personaggi che popolano i corridoi del Campus Vecchio dopo la lezione di astronomia non sono quelli che si vedono di solito a Yale.

«Voglio che chiudi gli occhi e ti immagini di ricevere un massaggio completo su tutto il corpo», esorta Patty Brisben istruendo una giovane studentessa a ungersi di crema profumata l’avambraccio passandoci sopra un vibratore. Benvenuti alla Settimana del Sesso, happening biennale diventato la tradizione più provocatoria della celebre università della Lega dell’Edera dove hanno studiato due presidenti George Bush, dove Bill Clinton ha conosciuto la moglie Hillary e dove molti studenti si lamentano di essere troppo indaffarati con corsi ed esami per avere una vita di coppia.

Secondo gli organizzatori la Sex Week, che si è appena conclusa, serve agli studenti per parlare di sesso in modo più serio, concreto e franco di quanto non apprendano dai film e dalla televisione, oltre che più divertente delle lezioni obbligatorie sul campus di educazione e salute sessuale. «Per ottenere l’attenzione dei ragazzi dobbiamo fare cose un po’ più osé e in modo diverso dai programmi tradizionali di educazione sessuale», ha detto Dain Lewis, studente del terzo anno che è diventato il direttore dell’edizione 2006 dopo aver partecipato all’evento di due anni fa.

La settimana di Yale ha incluso conferenze di specialisti, un terapista sessuale e una tavola rotonda sull’omosessualità con un ex sacerdote cattolico.

Sessioni più provocanti e decisamente più affollate sono state quelle con un gruppo di pornostar, la sfilata di lingerie e le lezioni di strip-tease offerte da una anchor del canale televisivo su abbonamento Playboy.

L’iniziativa che ha provocato invidia nella rivale Princeton, a Yale e altrove non è andata a genio a tutti, soprattutto per via di queste iniziative collaterali: c’è chi ha visto nella Sex Week una puntata di Animal House, l’ennesimo atto di scostumatezza nei campus universitari americani. Sempre a Yale il giornale studentesco Yale Daily News ospita da tempo una column sul sesso. Vassar e altre università hanno lanciato riviste erotiche. Harvard ha la sua ‘H Bomb’, un magazine che stampa foto di studenti semisvestiti.

E anche nel Midwest l’Università di St. Louis nel Missouri offre la sua settimana del sesso con seminari sull’orgasmo. «Non vedo come portare una spogliarellista sul campus possa servire a qualcosa», ha polemizzato con questa tendenza Travis Kavulla, direttore dell’Harvard Salient, che si è unito a altre riviste di stampo conservatore nella condanna della Sex Week di Yale.

Nel campus gotico che ha sede a New Haven in Connecticut la Settimana del Sesso fa capo a una organizzazione studentesca ma è la società di Brisben PureRomance.com che sponsorizza gli eventi, non Yale, in partnership con la rivista Sex Week a Yale, tiratura 30 mila copie distribuite in 18 campus in tutta America, che offre consigli nell’uso dei preservativi e, in ossequio alla par condicio, accoglie anche interventi favorevoli all’astinenza sessuale fino al matrimonio.

In copertina: una foto di Whitney Seibel, laureanda a Yale in psicologia, con addosso solo mutandine rosse e un braccio posato strategicamente sul seno, che sullo Yale Daily News ha provocato la protesta indignata di una compagna di corsi femminista.