Si stima che ammontino a 33,3 milioni nel mondo le persone colpite dal virus Hiv, causa a sua volta dell’Aids, e che solo nel 2009 siano stati 2,6 milioni i nuovi casi di contagio: ma rispetto al 2001 quest’ultima cifra ha fatto segnare un decremento del 19-20%, vale a dire circa un quinto.

Ancora più sensibile il calo registrato tra le giovani generazioni in quindici tra i Paesi dove il fenomeno è particolarmente diffuso: oltre il 25%, cioè più di un quarto del totale, grazie in particolare alla maggiore informazione e alla conseguente adozione di pratiche sessuali protette, in primis il profilattico.

È quanto emerge dal rapporto 2010 dell’Unaids, il Programma Congiunto delle Nazioni Unite sull’Hiv-Aids, agenzia Onu che sovrintende alla lotta contro la terribile malattia. “Abbiamo fermato l’epidemia, e stiamo cominciando a farla regredire”, ha commentato Michael Sidibe, direttore esecutivo di Unaids. “Ci sono un numero minore di pazienti che sono contagiati dall’Hiv, e un numero minore di coloro che muoiono di Aids. Tuttavia – ha ammonito – non siamo ancora al punto da poter affermare “Missione compiuta”.

Vella (Iss): risultato positivo, ma ogni anno in Italia 4-5000 nuove infezioni
“C’è una inversione di rotta per quanto riguarda i casi di Hiv-Aids a livello mondiale, perché per la prima volta si registra un calo di infezioni così consistente“. Ad affermarlo è il direttore del dipartimento del farmaco dell’Istituto superiore di sanità, Stefano Vella, commentando i dati del rapporto.

È un dato, ha detto Vella, “estremamente significativo, ma va detto che non si tratta di un ‘miracolo bensì della conseguenza degli sforzi fatti”. Infatti, ha spiegato l’esperto, “questa inversione di tendenza è la dimostrazione che gli sforzi fatti nella prevenzione e nella terapia hanno funzionato”.

La situazione in Italia
Per quanto riguarda l’Italia, ha precisato Vella, “anche nel nostro Paese le morti per aids sono diminuite drasticamente e si registrano meno infezioni complessivamente, anche se – ha rilevato – resta uno ‘zoccolo duro’ rappresentato dalle nuove infezioni, che raggiungono all’incirca i 4-5.000 casi l’anno”. Un fenomeno da non sottovalutare: “È il segno – ha concluso Vella – di come, in vari ambiti, si stia abbassando un po’ la guardia nella lotta al virus Hiv”.

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