Parte a Roma il “Progetto Coroh: Prendersi cura di sé migliora la salute di tutti”, che vede protagonisti il Circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli”, l’Istituto Dermatologico San Gallicano Irccs e l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata – Immunologia Clinica. Prevenzione, maggiore sensibilizzazione nei confronti dei controlli medici e consapevolezza dell’importanza della propria salute sono i punti chiave dell’iniziativa.

Contro un incremento dei nuovi casi di contagio non solo di Hiv, ma anche di sifilide, in particolare nella popolazione omosessuale, si avverte la necessità di una risposta forte che punti l’accento sull’adozione consapevole di comportamenti sessuali sicuri e sull’uso del preservativo a ogni rapporto.

«Oggi in tutta Europa – spiega il dottor Massimo Giuliani dell’Istituto San Gallicano – esiste il timore fondato che l’espansione di infezioni come la sifilide, la gonorrea, il linfogranuloma inguinale, possa contribuire a far aumentare progressivamente, come in un effetto fionda, la velocità di diffusione dell’infezione da Hiv.

Solo la stretta collaborazione in progetti di salute pubblica, come quella espressa nel progetto Coroh, tra strutture sanitarie specialistiche, enti governativi e associazioni di volontariato vicine alle popolazioni più vulnerabili, può oggi costituire un valido tentativo di arginare questo realistico pericolo».

L’importanza di sottoporsi ai test senza timori è sottolineata dal dottor Francesco Montella dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata: «Con il Progetto Coroh si cercherà di ridurre le barriere che impediscono il raggiungimento di tutti gli individui a rischio da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Si individueranno, inoltre, i fattori ecologici e individuali associati al ritardo di diagnosi negli omosessuali».

Per parlare alla popolazione gay, bisessuale e transessuale si è scelto di fare leva sul Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, punto di riferimento per la comunità non solo romana ma anche nazionale. «A campagne rivolte alla generalità della popolazione – commenta Massimo Farinella, referente salute del circolo – occorre affiancare campagne mirate a segmenti specifici della società. Con il progetto Coroh ci proponiamo di parlare in forme nuove di prevenzione alla comunità gay, lesbica, bisessuale e transessuale, convinti che la condivisione di progetti e obiettivi aiuti a consolidare la solidarietà fra i membri della comunità.

Per questo ci proponiamo di promuovere comportamenti che tutelino la salute e che diffondano una cultura rispettosa delle diverse soggettività. Non basta una gay street o un quartiere gay per costruire una vera comunità. In questo quadro, riteniamo indispensabile affermare con fermezza e convinzione: “Torniamo a usare il preservativo!”».