La città di Washington come l’Uganda: nella capitale degli Stati Uniti il contagio del virus dell’Aids si è esteso al 3 per cento della popolazione. E una percentuale di contagio sopra l’uno per cento costituisce una «epidemia seria e generalizzata». Quasi 3 mila washingtoniani su 100 mila sono portatori di virus. Si tratta di percentuali vicine a quelle di Paesi come l’Uganda e alcune zone del Kenya.

La decisione dell’Ufficio Prevenzione di rendere noti i numeri nudi e crudi è scaturita dalla certezza che la capitale sia condannata ad affrontare una crisi crescente, man mano che i sieropositivi invecchiano. Già adesso la fascia d’età più colpita è quella superiore ai 40 anni. Rendendo noti i numeri, si spera di scuotere le coscienze e spingere il pubblico ad essere più attento. E’ sconcertante, infatti, che tre su cinque dei portatori di virus sapessero di essere “positivi”, e solo 3 su dieci abbiano detto di aver usato un profilattico nel corso del loro ultimo incontro sessuale.

Secondo la signora Shannon Hader, direttrice dell’Ufficio Prevenzione, il contagio del virus è avvenuto in tutti i modi: sia con lo scambio di siringhe infette, che con il sesso non protetto.

Nella popolazione di colore è stato soprattutto attraverso l’uso di droga e i rapporti eterosessuali, nella popolazione bianca (che è comunque affetta a livelli molto inferiori) la colpa è dei rapporti omosessuali.

Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale della Salute, ha commentato allarmato: «Questi sono i numeri delle persone che hanno ricevuto il test. Il che vuol dire che il numero dei sieropositivi è probabilmente molto più alto».

Fonte: Il messaggero