La 23° Conferenza Internazionale sull’AIDS di quest’anno tenutasi in modalità virtuale causa pandemia da Covid-19, ha portato nuovi importanti aggiornamenti riguardanti la lotta contro l’Aids.
La novità arriva come una boccata di aria fresca in questo periodo storico molto difficile a livello mondiale, si tratta del terzo paziente presumibilmente guarito dall’AIDS: ribattezzato il paziente di San Paolo, si tratta di uomo di 36 anni di San Paolo in Brasile che grazie a un novo mix di medicinali antiretrovirali, non presenta più tracce di virus nel sangue.
L’esperimento è stato condotto dal medico ricercatore Ricardo Diaz dell’Università federale di San Paolo su cinque pazienti volontari affetti da AIDS. Si tratta di una terapia basata sulla combinazione di 5 farmaci, due farmaci in più che si aggiungono alla terapia che tutti conosciamo come Truvada, che dovrebbe agire sradicando definitivamente il virus ed eliminando i serbatoio di infezioni dall’intero organismo. Il nuovo trattamento farmacologico risulta essere molto aggressivo e debilitante per i pazienti ma potrebbe anche una svolta importante nella cura dell’AIDS.
AIDS: la sperimentazione sul paziente di San Paolo
La sperimentazione è cominciata nel 2015, la nuova terapia è stata somministrata ai cinque volontari per 48 settimane, dopodiché i pazienti hanno ricominciato ad utilizzare la normale terapia antiretrovirale per i ben tre anni. Al termine hanno sospeso qualsiasi tipo di cura.
La sperimentazione ha evidenziato un’altra novità importante su cui i medici e gli scienziati stanno ancora lavorando: la negatività assoluta al virus anche dopo aver sospeso la terapia.
In passato i pazienti sottoposti alle terapie antiretrovirali pur risultando negativi al virus, una volta sospese le cure, tornavano ad essere positivi in poco tempo. E anche in questo caso su cinque pazienti a cui è stato somministrato il nuovo farmaco, quattro sono tornati ad essere positivi, mentre il paziente di San Paolo a distanza di 66 settimane risulta ancora negativo.
Ma non si può parlare di una guarigione definitiva. Infatti i ricercatori stanno conducendo altri test clinici alla ricerca del virus silente nel paziente di San Paolo per confermarne la negatività. Importanti test dovranno essere fatti anche sulle quattro persone sottoposte all’esperimento che non hanno risposto positivamente al nuovo trattamento.
Qual è l’aspetto fondamentale della nuova terapia?
Il virus dell’HIV è difficile da debellare poiché si sviluppa nei cromosomi umani dove può rimanere inattivo e silente sfuggendo così al controllo immunitario del nostro corpo e clonandosi continuamente, per questo risulta importante trovare il modo di trovare le cellule rimaste inattive e distruggerle. La nuova terapia è stata definita “kick and kill”, ovvero “attiva e distruggi” poiché nella prima parte del trattamento vengono cercate e attivate le cellule presenti inattive e nella seconda parte vengono distrutte. Questa terapia potrebbe così aprire un nuovo scenario verso una cura definitiva dell’AIDS.
La ricerca di una terapia farmacologica contro l’HIV per tutti
lo scopo della ricerca è anche quello di trovare una terapia farmacologica accessibile per tutti. nel mondo sono solo due i pazienti dichiarati guariti, il paziente di Berlino del 2008 e il paziente di Londra del 2019 sottoposti entrambi al trapianto di midollo osseo da donatori immuni al virus che gli ha permesso di avere un sistema immunitario forte abbastanza da combattere il virus. Operazione troppo rischiosa e costosa per essere considerata una terapia contro l’AIDS. Mentre, come dice il medico ricercatore Ricardo Diaz, l’uso di una terapia farmacologica composta da farmaci comuni potrà essere un’importante svolta per la ricerca di una cura definitiva.
Nel frattempo…
I dati mostrati durante l’ultima Conferenza Internazionale sull’AIDS mostrano 1,7 milioni di nuovi casi d’infezione e 690mila persone decedute durante il 2019. Alla fine dell’anno le persone positive erano 38 milioni, di cui 25,4 milioni assumono farmaci antiretrovirali per controllare la carica virale.
L’invito ad utilizzare metodi contraccettivi sicuri come il preservativo, risulta essere ancora l’unica strada per proteggersi e prevenire il contagio da HIV.
fonte: https://www.sciencemag.org/news/2020/07/intriguing-far-proven-hiv-cure-s-o-paulo-patient








