Roma – La circoncisione potrebbe ridurre il rischio di ammalarsi di Aids, limitando la possibiltà di contrarre l’infezione da Hiv del 65%. A sostenerlo gli esperti di tutto il mondo riuniti all’International Aids Society Conference a Rio de Janeiro. Ma dai funzionari di salute delle Nazioni Unite, tuttavia, arriva l’invito a raccogliere maggiori prove prima di adottare la circoncisione come mezzo di prevenzione.
La teoria, in realtà, non è una novità. Parecchi studi hanno dimostrato che tra gli uomini circoncisi c’è un tasso più basso di diffusione di Hiv. Ciò è particolarmente evidente in alcune zone dell’Africa in cui gruppi di uomini circoncisi convivono con gruppi che non si sono sottoposti all’intervento. Gli studiosi sostengono che la circoncisione taglierebbe il rischio di infezione grazie alla rimozione chirurgica della zona del prepuzio che è maggiormente sensibile al virus. E la conferma sembra arrivare dal primo studio che ha adottato la circoncisione come mezzo di prevenzione.
Gli studiosi dell’agenzia di ricerca nazionale francese Inserm hanno infatti monitorato 3.000 uomini non infetti tra i 18 e i 24 anni di età, della provincia di Guateng, in Sud Africa, dove il tasso di diffusione dell’Hiv raggiunge ben il 32%. Parte degli uomini del campione era già circonciso prima di prendere parte allo studio, altri invece si sono sottoposti all’intervento 21 mesi dopo. Alla fine dell’indagine i ricercatori hanno registrato 69 casi di Hiv, ma soltanto 18 dei neo sieropositivi erano tra quelli circoncisi sin dall’inizio dello studio. La circoncisione – commenta Bertran Auvart, tra i ricercatori dell’Inserm che hanno condotto lo studio – ha fatto in modo che venissero evitate ben 6-7 infezioni su 10.
Ma l’Unaids, programma delle Nazioni Unite per la lotta alla malattia, ha sottolineato la necessità di fare più ricerca, mentre il principale consigliere scientifico dell’organismo internazionale, Catherine Hankins, ha aggiunto che la circoncisione, eventualmente, potrebbe essere usata soltanto come componente aggiuntiva di una serie di misure preventive, uso dei condom e riduzione della promiscuità in primis.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sta intanto lavorando a linee guida per il personale medico, affinché i camici bianchi possano rispondere correttamente e in modo sicuro alla domanda di circoncisione destinata, probabilmente, ad aumentare. Un incremento che rischia di indurre molti a rivolgersi a medici improvvisati e stregoni, con maggiori pericoli di contrarre l’Hiv. Inoltre, la minore sensibilità del pene che l’intervento comporta potrebbe indurre a comportamenti sessuali a rischio, limitando l’uso del preservativo e aumentando il rischio di Hiv.