Finanziare la diffusione del preservativo come presidio contro l’Aids a dispetto dell’aperto dissenso manifestato dalla Chiesa Cattolica. È questa la provocatoria trovata della Tavola Valdese, che potrebbe segnare una clamorosa svolta nei rapporti tra prevenzione in campo sessuale e confessioni religiose.

Escogitata per raccogliere un maggior numero di firme dei contribuenti, l’iniziativa dovrebbe garantire ai valdesi maggiori incassi dalla destinazione dell’otto per mille e ha trovato anche il consenso del governo italiano. Le autorità hanno infatti sottoscritto un nuovo accordo per consentire a questa confessione religiosa di accedere ai fondi derivanti dalle scelte non espresse dei contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi.

La svolta sta nel fatto che, fino a ieri, tali fondi erano riservati alla Chiesa Cattolica, costituendo una modalità fortemente osteggiata dalle comunità protestanti.

La provocazione, invece, risulta evidente anche nello slogan della campagna valdese 2007 per la raccolta dei fondi stessi: “Un pozzo per l’acqua, un profilattico contro l’Aids, un sorriso alla vita”. La scritta campeggia sull’immagine che immortala una sorridente bimba asiatica ed è caratterizzata da colori caldi quali il rosso, l’arancione, il marrone.

«Abbiamo dei progetti finanziati con l’otto per mille che portano l’acqua là dove non c’è, perchè dove c’è acqua c’è vita», spiega la pastora Maria Bonafede, moderatrice della Tavola Valdese, che poi aggiunge: «Tramite altri progetti, soprattutto in Africa, offriamo ai malati di Aids dei profilattici, che sono l’unica soluzione efficace per evitare il propagarsi di questo male mortale. Con i nostri progetti cerchiamo di restituire il sorriso a chi non ce l’ha più».

I fondi derivanti dalla precedente campagna valdese (2006) per la destinazione dell’otto per mille, relativa ai redditi del 2003, hanno raggiunto quota 5.512.713 euro. In tutto sono 217 i progetti assistenziali e culturali finanziati in Italia e nel mondo dai valdesi grazie ai proventi dell’otto per mille, a proposito dei quali i responsabili tengono a precisare: «Non un centesimo viene speso per finalità di culto, finanziate solo con i contributi delle comunità».