Contraccezione e religione non vanno d’accordo da sempre. Per quanto la Chiesa faccia finta di chiudere un occhio, arriva sempre il momento in cui li apre di colpo tutti e due. E sono guai.

L’ultimo caso riguarda il Piemonte, che aveva scelto di portare avanti la sua battaglia per il sesso sicuro gratuito subito dopo l’Emilia Romagna, pioniera d’Italia. A luglio, con tutta l’ufficialità di una delibera di giunta regionale, aveva introdotto la distribuzione gratuita di profilattici e contraccettivi per tutti gli under 26 nei consultori regionali. Cosa che all’estero accade quasi ovunque, ma che in Italia ha ancora il sapore di progresso e novità.

Al gesto delle istituzioni, la Penisola intera plaudiva, scatenando una corsa all’imitazione tra le altre regioni.

La Chiesa, pur non esprimendosi sul tema, qualcosa covava.

L’occasione per dimostrare tutto il suo disappunto, si è presentata quando un sindaco ha voluto fare il passo in più, scegliendo di scendere in piazza, per giunta durante l’evento più atteso da tutta la comunità credente: la festa patronale in onore di San Matteo. Così l’intera diocesi si è ribellata. E nel comune di Nichelino al sindaco Giampiero Tolardo è toccata la furia di tutti i talari, che hanno deciso di annullare la solenne processione in onore del santo e spostare la messa di piazza in chiesa.

La notizia, naturalmente, ha fatto il giro d’Italia, dividendo moralisti e antimoralisti: è giusto o meno distribuire profilattici gratuiti in piazza durante la festa del Santo Patrono?

A chi pensa si tratti di uno schiaffo morale, si oppone chi crede più che opportuno il momento: se sono ammesse giostre spericolate e giochi d’azzardo fini a se stessi, perché non permettere una buona azione all’insegna della salute e della prevenzione? Di sesso, in Chiesa come a Scuola è anche solo peccato parlare, anche in termini perfettamente morali e con esperti del settore. Peccato che contro l’Aids non bastino le più intense preghiere…