Fast Track Cities: Di cosa si tratta?

Fast track cities è un’iniziativa globale creata nel 2014 dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dall’UNAIDS (Programma delle Nazioni Unite per l’HIV/AIDS) per accelerare la risposta alla pandemia di HIV e porre fine all’HIV entro il 2030.

Le Fast track cities rappresentano un impegno concreto delle città di tutto il mondo nella lotta all’HIV. Attualmente, oltre 350 città in tutto il mondo sono coinvolte nell’iniziativa, tra cui 28 città in Italia.

L’iniziativa prevede una serie di azioni volte ad accelerare la risposta alla pandemia di HIV e a raggiungere l’obiettivo della sua eliminazione entro il 2030. Tra queste azioni rientrano:

  • Identificazione e cura rapida delle persone con HIV
  • Fornitura di trattamento antiretrovirale per tutte le persone con HIV
  • Prevenzione dell’HIV attraverso l’accesso all’informazione, all’educazione e ai servizi di prevenzione
  • Sostegno alle comunità più vulnerabili attraverso programmi di prevenzione e sostegno psicologico e sociale
  • Le città che aderiscono all’iniziativa si impegnano a raggiungere questi obiettivi attraverso azioni concrete e monitoraggio dei progressi ottenuti.

Tra le città che fanno parte delle Fast track cities ci sono:

Milano, Roma, Firenze, Bologna, Genova, Napoli, Torino, Palermo, Bari, Catania, Venezia, Trieste, Cagliari, Messina, Padova, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Salerno, Taranto, Modena, Parma, Rimini, Treviso, Udine, Vicenza, Verona (Italia)
Amsterdam (Paesi Bassi)
Bangkok (Thailandia)
San Francisco, New York City, Washington D.C. (Stati Uniti)
Rio de Janeiro, São Paulo (Brasile)
Kampala (Uganda)
Toronto (Canada)
Durban, Johannesburg, Nelson Mandela Bay, e Buffalo City (Sudafrica)
Parigi (Francia)
Barcellona, Madrid (Spagna)
Londra (Regno Unito)
Sydney, Melbourne (Australia)
Città del Capo (Sudafrica)
L’adesione delle città all’iniziativa Fast track cities rappresenta un impegno concreto nella lotta all’HIV e un’importante occasione per accelerare la risposta globale alla pandemia. Solo attraverso un’azione coordinata e globale possiamo sperare di porre fine all’HIV entro il 2030.

Riassumendo_

Si chiama Fast Track Cities ed è un network di città che lotta per raggiungere, entro il 2020, il cosiddetto obiettivo “90-90-90”: 90% delle persone affette da HIV consapevole del proprio stato di salute, 90% delle persone bisognose di cure in grado di averne accesso, 90% dei sieropositivi con una carica virale non rilevabile. Il progetto – lanciato da un consorzio di quattro organizzazioni – UNAIDS, UN-Habitat, la città di Parigi e IAPAC – International association of providers of AIDS care –  ad oggi è esteso a 94 città, di cui 20 dell’Europa, 32 dell’Africa, 15 dell’America Latina, 18 dell’America del Nord, 9 dell’Asia.

Progetto Fast Track Cities: Anche L’Italia ne Entra a Far Parte

Dal 6 febbraio, al progetto ha aderito anche l’Italia, per tramite del comune di Milano, prima Fast Track City d’Italia. La città con più casi di contagio da Hiv in Italia vuole alzare la testa, aderendo ad un progetto virtuoso che coinvolge tutti i principali centri epidemiologici mondiali in una battaglia serrata per porre fine all’epidemia di AIDS entro il 2030.

Milano entra così a far parte di quel network di città che si impegnano a mettere in atto azioni comuni contro l’Aids e per la riduzione dello stigma e delle discriminazioni nei confronti di chi ha contratto il virus.

Grazie all’impegno delle associazioni Asa, Anlaids Sezione Lombarda, Fondazione Lila Milano Onlus, Cig Arcigay Milano e Nps Italia Onlus, il Comune di Milano ha anche un suo CheckPoint,  uno spazio extraospedaliero gestito da operatori alla pari, psicologi e medici che per due pomeriggi a settimana, il martedì e il giovedì, si occuperà di fare test Hiv ad accesso libero e gratuito, Prep (profilassi pre-esposizione) e screening di gonococco, clamidia, Hcv e sifilide. In caso di diagnosi positiva, la persona verrà indirizzata in uno dei centri di malattie infettive cittadini, per il test di conferma e le eventuali terapie.