La circoncisione non impedisce agli uomini con infezione da Hiv di infettare le proprie partner sessuali femminili. La possibilità era stata sollevata da studi clinici effettuati in Uganda, in base ai quali la circoncisione diminuisce del 50% il rischio di infezione da Hiv nell’uomo, il che avrebbe potuto ridurre indirettamente il rischio anche nelle donne.

Anche dopo la circoncisione, comunque, l’uso del profilattico rimane essenziale per ridurre il rischio.

I programmi di circoncisione sono molto popolari in Africa, dove Hiv ed AIDS sono altamente prevalenti, ma i programmi di WHO e Nazioni Unite non richiedono che il paziente venga sottoposto ai test dell’Hiv prima di offrirgli la circoncisione, e non la rifiutano agli uomini che risultano infetti: in questo modo si intende evitare di stigmatizzare gli uomini con l’infezione, nonché far sì che la circoncisione non divenga un marcatore poco affidabile di assenza dell’infezione stessa.

Nonostante la mancanza di un’efficacia diretta di questi programmi per la trasmissione del virus alle donne, comunque, la riduzione dell’acquisizione maschile del virus attribuibile alla circoncisione riduce a sua volta l’esposizione delle donne a uomini infetti, conferendo quindi lo stesso una certa protezione al sesso femminile.

E’ necessario focalizzare i programmi in merito alle coppie in cui il partner maschile è sieropositivo e quello femminile non lo è: i test dell’Hiv per le coppie, il rilevamento facilitato della sieropositività ed i servizi di consulenza costante dovrebbero essere una priorità per la salute pubblica.

 

Fonte: vitadidonna.it