Di HIV ci si ammala prevalentemente in seguito a rapporti sessuali non protetti. Ma ci sono 180.0000 bambini che l’AIDS lo hanno ereditato dalla mamma, al momento del concepimento.

A loro, incolpevoli vittime della superficialità sotto le lenzuola, di violenze sessuali o , si rivolge l’importante esperimento che l’ospedale Bambin Gesù di Roma a condurrà per tutto il 2019. 100 piccoli pazienti di tre continenti: Europa, Sudafrica e Thailandia sperimenteranno il vaccino terapeutico contro l’HIV.

Si tratta della seconda fare di un progetto partito nel 2013 La prima fase era già partita nel 2013 e aveva riguardato 20 bambini nati infetti per via materna (contagio verticale). I bimbi, già in trattamento con terapie standard, si sottoporranno al vaccino, il cui obiettivo non è quello di prevenire una malattia, ma di ridurre l’uso di antiretrovirali nei bambini, per evitare ai piccoli i tanti effetti collaterali di terapie così importanti. Il vaccino sarà somministrato con un nuovo strumento, una sorta di pistola che non utilizza aghi e colpisce direttamente le cellule interessate. Lo strumento è già in uso sui pazienti oncologici e permette una terapia molto mirata e personalizzata.

Il vaccino terapeutico era già stato sperimentato in abbinamento alla terapia antiretrovirale classica, determinando un significativo aumento delle risposte immunologiche. Non esiste invece, al momento, un vaccino profilattico (dunque con funzione preventiva) contro l’HIV.

Il nuovo farmaco potrebbe così arginare la lenta strage di minori dovuta all’Aids, che nel solo 2017 ha mietuto 110.000 piccole vittime. Tra questi, sono inclusi gli adolescenti che sono stati infettati per via sessuale, già a partire dai 12 anni, al primo rapporto o poco dopo.