Il ministro britannico per lo Sviluppo internazionale, Gareth Thomas, ha annunciato un contributo di un milione di sterline al governo sudafricano per aiutarlo a contrastare l’Hiv-Aids, comprando un miliardo di preservativi. Il paese africano, infatti è quello più colpito in tutto il mondo dalla pandemia. I fondi arrivano al termine di una riunione di emergenza a Westminster, convocata per dare nuova forza alla lotta globale contro l’Aids. L’incontro era stato chiesto dal dipartimento britannico per lo Sviluppo internazionale (Dfid) e vi hanno partecipato i rappresentanti degli stati africani più colpiti dal virus, numerosi donatori, attivisti e membri delle industrie farmaceutiche. Al termine dell’evento, la Gran Bretagna ha chiesto che i paesi del G8 riconoscano il devastante impatto che gli impegni finanziari non rispettati hanno portato sulla salute globale; che i membri del G20 e le economie emergenti facciano di più per combattere la povertà globale e aumentino i contributi al Fondo per l’Hiv, la tubercolosi e la malaria; che gli stati dell’Africa orientale e meridionale mettano tra le loro priorità i diritti umani e la necessità di aiutare i gruppi marginalizzati più a rischio di contagio da Hiv/Aids, e che le industrie farmaceutiche aiutino a evitare crisi nelle cure, aderendo al gruppo di Unitaid per far sì che le medicine abbiano prezzi abbordabili nei paesi in via di sviluppo.
Dato che la crisi economica ha colpito pesantemente i bilanci per la salute dei paesi più poveri al mondo, i loro sforzi per contrastare l’Hiv/Aids soprattutto tra i marginalizzati e i discriminati stanno diventando più duri – ha affermato Thomas -. Come conseguenza, dobbiamo capire che i progressi nella lotta al virus potrebbero essere reversibili. Ecco perché la Gran Bretagna sta supportando la leadership del Sudafrica a non tornare indietro e il motivo per cui ha chiesto questo incontro per capire cosa possiamo fare collettivamente per aumentare i progressi nel contrasto dell’Hiv/Aids”. Nel 2005, durante la presidenza inglese del G8 era stato garantito un pacchetto di impegni sull’accesso “universale” alle cure per il virus entro il 2015, che l’anno dopo era stato esteso anche alla prevenzione e al supporto ai malati.
Finora, però i risultati aspettati non ci sono stati e c’è il rischio che a quella data l’obiettivo non sarà raggiunto. Da parte sua, Londra si è già impegnata (per sei miliardi di sterline) per sviluppare sistemi sanitari nazionali nei paesi più poveri del mondo e ha destinato un altro milione al Fondo globale. Oltre al contributo di un milione, il Dfid si è impegnato anche a donare altri 42 milioni di preservativi per fornire un approccio più ampio al problema.
Fonte: ilvelino.it