Lo hanno detto i principali quotidiani italiani e persino l’accreditato mensile di tecnologia e divulgazione scientifica Wired: “Aids, nuove speranze per un vaccino made in Italy”.
Grande scoop. Peccato che non corrisponda a verità. La ricerca italiana, per quanto ci lavori da decenni e abbia fatto passi da gigante, un vaccino contro il contagio da HiV non l’ha inventato. Sempre che per vaccino si intenda qualcosa che protegge, previene, evita il contagio di una persona sana da una malattia in qualche modo trasmissibile.
Esiste il vaccino contro il morbillo, esiste un vaccino contro la pertosse o se vogliamo tenerci strettamente alle malattie sessualmente trasmesse, esistono un vaccino contro l’HPV – causa di verruche e condilomi – e contro quattro tipi di Papilloma virus responsabili di tumori del collo dell’utero e di condilomi genitali. Non esiste invece nessun farmaco che, assunto una volta, prevenga per sempre dall’HiV.
Nella pratica significa che solo un rapporto protetto, che preveda l’utilizzo del condom o di un profilattico femminile, previene in oltre il 99% dei casi ogni forma di contagio. Anche la discussa PreP, che non è altro che una terapia antriretrovirale da utilizzarsi all’occasione prima di un rapporto a rischio, non è un vaccino: oltre ai pesanti effetti collaterali, è una vera e propria terapia. Va assunta cioè con regolarità prima dei rapporti a rischio … e non una tantum come per definizione accade ad un vaccino.
Eppure tutti ne hanno parlato: il “vaccino Tat” contro l’HiV è un successo tutto italiano.
Il TAT, che è pure una preziosissima novità della ricerca made in Italy, è altro… e non può essere utilizzato da chi è sieronegativo per proteggersi. È un potente farmaco che apre a nuove prospettive di cura dedicate a chi è già sieropositivo. La sua “bellezza” è quella di riuscire, almeno per un periodo, il serbatoio virale latente, quello che non viene intaccato dalle terapie attuali. Grazie al rivoluzionario farmaco italiano sarà possibile distruggere quasi completamente il DNA provirale latente, fornendo per un periodo non ancora definito, una protezione totale dagli effetti dell’HiV, senza bisogno, per chi l’ha contratto, di assumere altri armaci antiretrovirali. Dopo otto anni di analisi condotte su 92 pazienti, gli scienziati italiani coordinati dall’immunologa Barbara Ensoli hanno dimostrato che la proteina TAT funziona davvero. Ma non previene dall’HiV!