Cos’è lo sleepsex? Si tratta di una malattia correlata al sesso? Avrai certamente sentito parlare di sonnambulismo ma hai mai sentito parlare di “sesso durante il sonno“?

Al sonnambulismo si aggiunge una nuova variante: la masturbazione mentre si dorme. Si chiama “SleepSex” o “sexsomnia”, ovvero la possibilità di simulare e riprodurre l’atto della masturbazione o dei rapporti sessuali nel sonno. Il primo caso è stato registrato a Torino. Il fenomeno, secondo i primi studi, colpirebbe dallo 0,5 al 2% della popolazione.

Come funziona il fenomeno dello sleepsex, ovvero l’atto di masturbarsi nel sonno

Cos’è il sonnambulismo sessuale?

sonnambulismo sessuale sintomi

La sexsomnia è un tipo di parasonnia. La parasonnia è uno stato in cui il cervello si trova nel bel mezzo del sonno. E proprio durante questo stato può spingere il soggetto ad agire come se fosse sveglio, quando in realtà sta dormendo.

Nel sesso del sonno, una persona inizia a fare attività sessuali nel sonno come ad esempio: la masturbazione o il rapporto sessuale completo con il proprio partner. Quest’ultimo potrebbe vivere la situazione con profondo imbarazzo, vergogna e disagio perché l’intero atto sessuale si svolge durante la fase non-REM (quella del sonno profondo), quindi ogni gesto effettuato dal partner che ne soffre rimane del tutto fuori controllo.

Sexsomnia: quali sono i sintomi tipici?

I soggetti che possono avere questo disturbo appartengono a qualsiasi genere, indistintamente. In base alla descrizione scientifica di un soggetto affetto da sonnambulismo sessuale, durante questa fase non vengono emessi gemiti e lamenti, ma si riproducono gesti e movimenti tipici di un atto sessuale e, quindi, della masturbazione.

Una cosa che accomuna tutti i casi di sleepsex è:
> una totale mancanza di memoria di ciò che è accaduto durante il sonno
> la difficoltà nel passare dal sonno alla veglia (anche in presenza di stimoli esterni)
> la coesistenza di altri disturbi sessuali, come la masturbazione compulsiva o la dipendenza sessuale.

Masturbarsi nel sonno: il primo caso di sexsomnia

Alle Molinette di Torino, è accaduto ad una paziente di 61 anni ricoverata al Night Hospital del Centro di Medicina del Sonno dello stesso ospedale torinese. La paziente ha manifestato la prima registrazione scientifica di un evento parasonnico di Sleepsex spontaneo. In particolare, si è trattato di masturbazione. L’esame riportava un tracciato elettroencefalografico di sonno non-REM di tipo profondo diffuso, associato ad attività elettrica corticale più rapida localizzata in alcune aree cerebrali. Al momento del risveglio, indotto dal personale al termine dell’episodio, la paziente non aveva alcun ricordo di quanto accaduto.

Per i sanitari delle Molinette “la fortuita registrazione dell’evento ha consentito da un lato di attribuire con certezza la genesi del disturbo al periodo di sonno non-Rem, dall’altro di confermare la condizione di funzionamento dissociato di alcune aree cerebrali durante gli episodi parasonnici.”

si accompagna ad altre parasonnie (sonnambulismo, incubi, paura notturna) e in generale si registra in questi individui un vero e proprio disturbo del sonno in fase REM.

sexsomnia cosa riguarda

In base a quanto dichiarato dalla Sleep Foundation, esistono tanti fattori che possono scatenare il sonnambulismo sessuale. Tra queste possiamo ritrovare fattori come:

  • le apnee notturne,
  •  la narcolessia,
  • il bruxismo,
  • l’insonnia cronica,
  • convulsioni temporali e frontali,
  • la sindrome di Kleine-Levin
  • disturbi dissociativi legati al sonno.

Tra le cause esterne che possono favorire l’insorgere dello sleepsex vi sono: 

  • insonnia
  • stati di stress eccessivo
  • ansia
  • affaticamento
  • assunzioni di specifici medicinali
  • alcolismo
  • stimolanti sessuali
  • routine irregolare di sonno/veglia

Sleepsex: è il disturbo parasonnico che colpisce il 2% delle persone

In soggetti con disturbo parasonnico (eventi fisici che avvengono durante il sonno) possono essere messi in atto comportamenti che appartengono alla sfera dei tre principali drive appetitivi usualmente confinati al periodo della veglia, ossia alimentazione, aggressività e sessualità. Durante la veglia questi aspetti sono incanalati dalla ragione, mentre nel sonno, spiegano gli esperti, sono abitualmente silenti.

Sul piano neurofisiologico nel corso dell’evento parasonnico si osserva un parziale risveglio delle aree cerebrali deputate al controllo motorio, che risultano in quel momento svincolate da quelle di controllo logico-razionale e sarebbero, quindi, in grado di mettere in atto il contenuto mentale-emozionale appetitivo. Proprio in ragione della condizione di sonno delle aree cerebrali deputate alle funzioni superiori, questi eventi sono coperti da amnesia.” 

Lo studio di diversi casi di Sleepsex ha accertato che questo disturbo avviene nella fase non rem del sonno, ovvero nelle prime due o tre ore dopo l’addormentamento e si contraddistingue per l’assenza di movimenti rapidi degli occhi. In questa fase non si sogna, di conseguenza si è esclusa la possibilità che a causare i comportamenti sessuali siano fantasie o visioni oniriche. Il tracciato cerebrale di questi pazienti ha mostrato come durante questi eventi parasonniaci, alcune aree cerebrali si dissocino; parti che solitamente regolano i movimenti del corpo si attivano, mentre le aree che controllano coscienza, volontà e intenzionalità dormono beatamente. Questo spiegherebbe la messa in atto di comportamenti anche irrazionali di cui il malato è inconsapevole e non conserva in memoria.

Cosa fare se si soffre di Sleepsex?

E’ stato confermato che il disturbo dello Sleepsex è causato da un’instabilità del sonno e non da un disagio mentale o di personalità; nessun legame con traumi sessuali o mancanze affettive è stato confermato. L’individuo compie in modo automatico la soddisfazione dei propri desideri sessuali che non hanno corrispondenza con la vita reale e non esprimono desideri o disagi inespressi.

Non essendoci cure specifiche, è importante che il malato segua delle regole: coricarsi e alzarsi a orari regolari, evitare caffè, alcol e stimolanti nella seconda parte della giornata e nei periodi in cui il disturbo è più presente. Quindi se vi dovesse capitare anzitutto non vi imbarazzate anche perchè sono gesti del tutto fuori dal nostro controllo e per così dire del tutto spontanei e naturali.