Tantra e sesso. La tradizione indiana fornisce delle indicazioni e dei consigli precisi riguardo il controllo dell’orgasmo e dell’eiaculazione. In questo articolo vedremo alcuni aspetti sul controllo del piacere e sul sesso tantrico vissuto in coppia.

“Occorre animare il corpo morto e risuscitarlo per moltiplicare la sua potenza all’infinito”.

Secondo il Tantra indiano sperimentare un orgasmo senza però averne consapevolezza potrebbe portare all’indebolimento dei reni e delle ghiandole surrenali. Quest’ultime sono considerate le responsabili della potenza sessuale e dello stato di vitalità del corpo.

Le ghiandole surrenali producono diversi ormoni che per servono ai processi metabolici e alle funzioni fisiologiche.

Se in occidente eiaculazione e orgasmo sono presso più la stessa cosa dal momento che l’uomo eiacula al momento in cui raggiunge l’apice del piacere, nella tradizione del Tantra indiano e del Tao cinese orgasmo ed eiaculazione sono due manifestazioni separate, che l’individuo può controllare.

Come si raggiunge il controllo dell’orgasmo e dell’eiaculazione? Sicuramente, attraverso la pratica costante del « ricordo di sé ».
Ovvero, come ci insegna il tantra, la consapevolezza e l’osservazione del proprio orgasmo ci permette di raggiungere un livello di padronanza tale da essere in grado, in un certo momento, di convertire l’eiaculazione da atto involontario ad azione volontaria.

Mano a mano che si acquisisce tale controllo si può procedere con gli esercizi che mirano ad avere un orgasmo senza eiaculazione. Tutto questo ha uno scopo superiore volto ad indirizzare consapevolmente l’energia sessuale verso i corpi superiori e i chakra superiori che ne consentono lo sviluppo.

Come suggerisce la stessa tradizione, è bene iniziare ad esercitarsi durante la masturbazione, per poi passare al controllo attraverso cunnilingus e fellatio e solo infine attraverso il rapporto completo.

E cosa sappiamo invece sul Tantra e sessualità di coppia?

I consigli degli esperti, Elmar e Michaela Zadra, per l’armonia di anima e corpo.

Molte persone hanno una gran confusione in testa circa questo argomento. Potete chiarirci o smentirci alcuni luoghi comuni relativi a questa disciplina?

“Il tantra nelle sue origini era, ed è tutt’oggi, una via spirituale, un sentiero verso quello stato di coscienza che in Oriente si chiama illuminazione, esperienza della vacuità o samadhi (benché non siano esattamente identiche) e che in Occidente viene chiamato ‘unione con Dio’. La parola “tantra” in sanscrito significa ‘metodo per espandere la consapevolezza’, che è l’essenza di tutti i percorsi di crescita. Il tantra, a differenza di altre vie, ha sempre inglobato le emozioni e la sessualità. Perciò molte persone in Occidente pensano che Tantra sia un sinonimo di sesso. È vero che le pratiche tantriche aiutano a migliorare la propria vita sessuale, eppure il tantra non è un’ars amandi; non è sesso con un po’ di meditazione, ma il contrario: meditazione con un po’ di sesso. Questa forse è la maggiore confusione sull’argomento”.

Quanto influisce la conoscenza di sé e del proprio corpo su una buona intesa sessuale?
“Una buona conoscenza di se stessi e del proprio corpo è il fondamento del benessere in generale, non solo dell’intesa sessuale. Siamo portati a pensare che per faTantra: estasi sessuale e felicità di coppiare buon sesso bisogna avere il partner giusto, trovare l’ambiente rilassante, volersi bene, essere in armonia, stimolare certi punti, usare la posizione appropriata, rispettare i tempi di lei e quelli di lui, accendere una candela profumata, avere la giusta musica di sottofondo ecc. Insomma, usiamo un approccio tecnologico al sesso, cerchiamo i fattori della soddisfazione troppo spesso al di fuori di noi, nel ‘fare qualcosa’ anziché nell’essere così come siamo. Con questo approccio pretendiamo anche troppo dal sesso: persone che trascurano il corpo per tutto il giorno (non parlo di estetica, ma della propria percezione del corpo), che arrivano tesi e stressati, col fiato sospeso, credono che l’atto sessuale miracolosamente cancelli tutte le tensioni interiori e li faccia sentire bene. Per questo motivo la gran parte delle pratiche tantriche si concentra sull’istaurare un buon feeling, una buona sensazione del proprio corpo per tutta la giornata (non solo quando siamo felici), sul renderci consapevoli della respirazione, sull’allentare certe tensioni croniche caratteriali. Il tantra come lo yoga dedicano molta attenzione all’armonia del corpo e del respiro. Una volta che abbiamo imparato a coltivare un costante senso di benessere nel corpo, le pratiche sessuali come la meditazione riescono molto più facilmente”.

E quanto influisce, di conseguenza, l’intesa sessuale sul rapporto di coppia?
“Per la maggioranza della coppie influisce molto. Spesso la qualità della relazione è talmente mescolata con la qualità del sesso, che le coppie non riescono a distinguere l’uno dall’altro e non sanno su cosa concentrare i loro sforzi per migliorare. Culturalmente le donne sono portate a cercare la soddisfazione più nella relazione, gli uomini più nel sesso. Nella via tantrica lavoriamo con le coppie su entrambi i piani, per armonizzare la mente, i sentimenti e il corpo in un’unità che si esprime completamente verso il partner amato”.

Nei vostri corsi insegnate anche a “rivedere” il rapporto di coppia… cosa è essenziale perché questo sia soddisfacente?
“Sì, è un presupposto per poter fare le meditazioni tantriche. Quando anni fa il cantante Sting diceva alla stampa che grazie alle pratiche tantriche faceva l’amore per cinque ore, molti si chiedevano quale fosse la tecnica adottata. Invece la vera sfida non sta nella tecnica ma nei sentimenti. Prima di tutto bisogna saper essere intimi con il partner e ‘sopportare’ la vicinanza e l’amore che si crea con tale pratica. Ogni tanto veniamo avvicinati da persone che vorrebbero imparare a fare l’amore per ore, ma non sanno guardarsi per 10 minuti negli occhi. Nella crescita personale il sesso, l’intimità di cuore e la meditazione vanno di pari passo. Nel ‘rivedere’ il rapporto di coppia lavoriamo con metodi personalizzati al cliente. Ci sono persone che devono imparare ad aprirsi al partner, altri devono imparare ad ascoltare o a spiegarsi in modo chiaro, per altri la comunicazione verbale funziona bene, ma nel linguaggio dei corpi hanno bisogno di sostegno. Per alcuni la sfida è di amare il partner, di rivolgersi a lui con un ‘sì’ totale e non con un ‘vediamo’; altri devono imparare ad amare se stessi come amano il partner o i figli”.

Attraverso il tantra si può raggiungere “l’illuminazione”. È un metodo insolito, perché le altre filosofie o religioni negano i piacere del corpo.
“Se si guarda la storia delle religioni, si vede che il piacere del corpo viene negato da tutte le tradizioni patriarcali (cioè quasi tutte), che hanno un problema con il femminile. Escludendo la donna da alcune funzioni religiose e dalla vita dei sacerdoti, dovevano per forza rinunciare al piacere sessuale nelle loro pratiche spirituali. E così hanno abituato i credenti a pensare che il piacere e la ricerca del divino siano inconciliabili. Invece per la maggior parte delle persone l’orgasmo è la più frequente o l’unica esperienza spirituale (nel senso di totalità con l’esistenza e di cessazione del dialogo interiore) che conoscono. Non è il Tantra a essere insolito, perché pone uomo e donna sullo stesso piano e introduce un’esperienza così totale, come l’atto sessuale, nel repertorio delle sue pratiche. Sono insolite le religioni ascetiche, perché non permettono alle donne ciò che concedono agli uomini. La cosa che mi sorprende di più in questa faccenda è che una dottrina religiosa nell’anno 2009 possa ancora negare un fondamentale diritto umano, cioè la parità tra uomo e donna”.

David Gordon White affermava che “l’universo da noi sperimentato non è altro che la manifestazione concreta dell’energia divina”, in che modo questa energia può essere sfruttata con il tantra?
“Questa energia non va sfruttata, ma esplorata. Va ricercata, conosciuta e sperimentata con anima e corpo. Ciò che descrive White non è una metafora, ma una reale esperienza tipica per gli stati estatici che si possono conoscere con le pratiche tantriche”.

Tutti possono praticare il Tantra?
“Non ci siamo mai posti la domanda. Sappiamo che molti parlano del tantra e che anni fa le riviste ne erano piene, ma alla fine dei conti pochi lo praticano. Il tantra, oltre a suscitare la curiosità, fa anche paura. A differenza dello yoga coinvolge anche i sentimenti, l’intimità, il sesso, la relazione di coppia. La gran parte delle persone vuole crescere, si mettono anche in gioco, ma non troppo. Le pratiche tantriche invece chiedono di essere totali, di mettersi a nudo: di mettere a nudo la propria anima”.