Se diamo uno sguardo alla narrativa standard dell’evoluzione sessuale umana ci stupirà, ai nostri giorni, la definizione che gli studiosi, nei secoli passati, ne hanno dato: “Gli uomini forniscono alle donne beni e servizi in cambio della loro fedeltà sessuale”. Ma tale definizione è rilevante oggi?

Christopher Ryan, il coautore di Sex at Dawn, ha approfondito l’argomento di studio ed afferma che i nostri modelli sessuali derivano dai modelli agricoli, ma rappresentano solo il 5% della storia umana.

Per il restante 95%, la sessualità umana nel passato era una maniera “per stabilire e mantenere i complessi sistemi sociali flessibili, le reti, in cui i nostri antenati erano molto bravi”.
Quello che noi conosciamo oggi è il modello vittoriano di sessualità umana, ma in passato non è stato sempre così. Nelle società di cacciatori-raccoglitori, ad esempio erano soventi rapporti sessuali sovrapposti tra i membri di una comunità.

Lo scopo dello studio sulla sessualità umana, spinge Ryan ad affermare: “La mia speranza è che una comprensione più accurata e aggiornata della sessualità umana ci porterà ad avere una maggiore tolleranza per noi stessi, l’uno per l’altro, un maggiore rispetto per le configurazioni di relazione non convenzionali come il matrimonio tra persone dello stesso sesso o le unioni poliamorose. E vedremo che non sono solo i gay a dover uscire allo scoperto: abbiamo tutti degli armadi dai quali dobbiamo uscire”.

Ecco alcuni dei punti fondamentali sulla quale si è concentrato lo studio di Ryan:

La bisessualità è un orientamento sessuale temporaneo o una conseguenza della fluidità sessuale dei nostri tempi?

Per rispondere a questo quesito viene preso in esame uno studio del 2008 , di Lisa M. Diamond dell’Università dello Utah che ha presentato i risultati di una valutazione decennale di quasi 70 donne identificate come lesbiche, bisessuali o sessualmente non etichettatili. Le donne in esame, durante tutto lo studio, hanno dettagliato le loro identità sessuali, attrazioni, comportamenti e le loro relazioni sociali e familiari.
Sulla base delle scoperte di Diamond, la bisessualità non è una “fase di transizione”. In realtà “la bisessualità può essere identificata come un modello stabile di attrazione per entrambi i sessi in cui l’attrazione verso lo stesso sesso o verso l’altro sesso varia necessariamente in base a fattori interpersonali e situazionali”.

Cosa viene prima: desiderio o eccitazione?

Uno studio del 2004 di Ellen Laan, Stephanie Both e Mark Spiering dell’Università di Amsterdam hanno esaminato le risposte fisiche dei partecipanti alle immagini sessuali per determinare se prima scattasse il desiderio o l’eccitazione.
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I risultati di questa ricerca hanno messo in evidenza che rispondiamo fisicamente a immagini altamente sessuali (eccitazione) prima ancora che la nostra mente si impegni con esse (desiderio). Pertanto, non è il desiderio a precedere l’eccitazione, bensì viceversa.

Nello stesso studio si è poi posto il quesito: uomini e donne rispondono in modo diverso alle immagini sessuali?

In questo caso lo studio ci si è concentrati sul monitoraggio dei movimenti oculari e sull’attività cerebrale dei partecipanti mentre guardavano foto sessualmente esplicite.
I risultati hanno stupito anche gli studiosi: gli uomini hanno guardato i volti nelle fotografie molto più delle donne. Entrambi i sessi hanno rapidamente sfogliato i primi piani dei genitali. Mentre gli uomini avevano molta più attività nell’amigdala rispetto alle donne.

Il luogo di nascita e la cultura influenzano i tipi di corpo che idealizziamo e da cui siamo attratti?

L’ International Body Project , attraverso un’indagine su 7.434 persone in tutto il mondo, mirava ad indagare il coinvolgimento di fattori di livello base che potrebbero influenzare la nostra attrazione verso il corpo ideale.

I ricercatori, attraverso i risultati, hanno scoperto che i luoghi con uno status socioeconomico basso avevano una determinata preferenza verso i tipi di corpo femminile più pesanti. Viceversa, i partecipanti nei luoghi con uno status socioeconomico alto tendevano a favorire i corpi più magri.
Ad influenzare le scelte sono anche i media, affermano i ricercatori: “I nostri risultati mostrano che l’insoddisfazione del corpo e il desiderio di magrezza sono all’ordine del giorno in contesti in cui le condizioni socio economiche sono ppiù alte”.

Gli uomini e le donne hanno impulsi sessuali differenti?

A questa domanda ha tentato di dare risposta un recente studio, pubblicato su New York Times Magazine.
In questo caso, i ricercatori hanno scoperto che esiste un evidente disparità innata nella motivazione sessuale tra uomini e donne. Lo studio ha anche sottolineato che le statistiche utilizzate in passato dagli psicologi evoluzionisti, per dimostrare la differenza innata (numero di partner sessuali o il tasso di masturbazione) risentono dell’influenza culturale, quindi solo parzialmente attendibili. Tutto ciò che si è realmente scoperto è che la disparità nel desiderio esiste e che il desiderio delle donne diminuisce, a seguito e in conseguenza della monogamia in particolare.