Si chiama Francesca D’Onofrio ed è la più nota sex counselor per aziende d’Italia. L’unica in verità che rivolge direttamente il servizio di consulenza sessuale alle imprese, perché convinta fermamente di una cosa: tante volte sono i tabù sul sesso a creare quelle frustrazioni e quelle inibizioni che poi si ripercuotono negativamente sulla vita quotidiana e sul lavoro.
Gli imprenditori furbi, quelli che danno il massimo per ottenere il massimo da tutti i propri dipendenti, dovrebbero pertanto valutare l’idea di adottare un sex counselor aziendale per migliorare le performance dei propri dipendenti. Ecco perché.
«Mi sono accorta, lavorando – spiega la D’Onofrio, che è in primo luogo una psicoterapeuta di lungo corso – che tante persone sono infelici a lavoro per via di una sessualità non pienamente vissuta. E così mi sono messa a pensare: esiste un metodo per migliorare la qualità della vita e per ottimizzare il tempo lavorativo proprio a partire dalla sessualità?»
Come funzione il sex counselor in azienda
Poiché utilizzato in un contesto d’impresa, tra scrivanie e uffici durante gli orari di lavoro, il metodo D’Onofrio promette, oltre ad una migliore vita sessuale, una vita lavorativa più fruttuosa e felice per tutti i dipendenti con l’aria di essere frustrati da non si capisce bene cosa.
Funziona come un percorso di gruppo, che si sviluppa lungo l’arco di 8 – 10 incontri, nei quali tra esercizi, disegni, scambi di vedute e prospettive tutti i pregiudizi, i tabù, gli stereotipi sul sesso vengono affrontati, condivisi, scardinati e trasformati in punti di partenza per un miglioramento della sessualità dei singoli partecipanti.
Il percorso funziona ancora meglio se fatto nell’ambito di contesti collaborativi come un gruppo di lavoro già consolidato, cioè nel quale il giudizio di ciascun partecipante sugli altri è considerato rilevante al fine della riuscita dei progetti d’impresa. «Il gruppo è importante – spiega la D’Onofrio sulle pagine del suo blog www.francescadonofrio.com – perché confronto e condivisione permettono di ridurre la severità di quell’autocensura che ognuno di noi pratica in risposta al proprio sistema morale. Il problema infatti dipende in gran parte dal giudizio sociale sui propri comportamenti sessuali. Nei miei incontri parliamo, sperimentiamo, giochiamo, recitiamo, per far affiorare il desiderio e le sue catene, le fantasie, gli scenari erotici, in una parola la nostra personalità sessuale liberata dai vincoli contestuali».
Il percorso parte dalla conoscenza e dall’esplorazione della persona, dei suoi desideri e delle fantasie, degli ostacoli che i partecipanti incontrano nella loro realizzazione. Prosegue con l’individuazione degli obiettivi da raggiungere insieme, poi si articola in una serie di esperienze guidate, scelte comunemente da tutti i partecipanti e si conclude con la riconnessione ai desideri e piaceri di ciascuno.
Le attività prevedono la recitazione, la drammatizzazione, la sperimentazione, i giochi e gli esercizi psicologici, utili per allenare la mente in modo alternativo e trovare nuove motivazioni sexy per andare volentieri, felici ogni giorno a lavoro.