Il sesso protetto fa fatica a diventare prassi non solo tra i giovani, ma anche tra gli adulti.
Lo conferma una ricerca condotta nel Regno Unito che sarà pubblicata sull’ultimo numero della rivista International Journal of Epidemiology e svolta su un campione di circa 20 mila volontari di entrambi i sessi.
Nonostante le numerose campagne che da anni si susseguono circa l’opportunità di avere rapporti sessuali protetti, soprattutto per prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili, i dati dimostrano che sono ancora molte le persone che non usano il preservativo. I dati inglesi indicano che, nel corso del primo rapporto, il condom è utilizzato da circa il 37,1 per cento degli intervistati di sesso maschile; il 28 per cento delle donne afferma di aver fatto sesso protetto al primo incontro. La percentuale è molto più bassa di quanto gli esperti di prevenzione si aspettino. In Italia la situazione, almeno dal punto di vista dei numeri, sembra molto simile: il preservativo è utilizzato dal 28 per cento della popolazione. Vi sono delle differenze notevoli a seconda della fascia di età che si analizza: tra i giovani la percentuale di coloro che non adottano precauzioni in occasione del primo rapporto si attesta intorno al 33 per cento. Le motivazioni sono le più varie: dall’inesperienza, alla vergogna di comprare i preservativi, alla scarsa informazione che intorno al sesso crea dei veri e propri falsi miti. La percentuale di coloro che fanno sesso protetto al primo incontro è intorno al 30 per cento per soggetti di età compresa tra i 30 e i 40 anni.
Più si va in là con gli anni più questa percentuale cresce; in questo caso, sostengono gli esperti, si deve pensare che poiché si stabiliscono dei rapporti di coppia stabili si tende ad acquisire fiducia nel partner. Nella scelta di anticoncezionali, tra le coppie stabili, diventa sempre più la donna quella che si fa carico di usare metodi contraccettivi. “Non tutti gli over trenta hanno, però, dei rapporti stabili. Nel caso di incontri occasionali non è importante solo non incappare in gravidanze non desiderate; è altrettanto importante proteggersi da infezioni quali quelle da HIV, epatite C, papilloma virus. Non bisogna abbassare la guardia soprattutto nei confronti del virus dell’HIV; il fatto che oggi si sia riusciti a cronicizzare una malattia che fino a 20 anni fa aveva un decorso più rapido e mortale non vuol dire che si sia riusciti a debellare il virus, che al contrario, è in continua espansione “, ha dichiarato Catherine Mercer autrice dello studio.